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21 dicembre, 2019

Gardiner-Berlioz incantano la Scala


Ieri sera ecco quindi il primo dei due concerti scaligeri di questo Natale, con il compassato Sir John Eliot Gardiner a dirigere l’oratorio berlioziano L’enfance du Christ. Teatro con ampi spazi vuoti (ma peggio per gli assenti, soltanto in parte giustificati dal tempo infame...) nel quale sono risuonate le celestiali note di questo lavoro dalla gestazione assai inconsueta, ma che lascia davvero nell’ascoltatore un’emozione profonda, quella che evidentemente hanno provato gli spettatori di ieri, esplosi alla fine in interminabii applausi per tutti i protagonisti e protagoniste di una serata da incorniciare.

Le caratteristiche del brano, che effettivamente sembrano richiamare - attraverso il frequente impiego di scale modali - musica antica, sono evidentemente congeniali a Gardiner, che ha dato del lavoro una lettura davvero ispirata, perfettamente coadiuvato da Orchestra, Cori e Solisti.

E per l’Orchestra basterà segnalare lo stupefacente trio della terza parte, dove i flauti di Marco Zoni e Max Crepaldi (ex-alfiere de laVerdi) e l’arpa di Olga Mazzia hanno letteralmente incantato tutti, Gardiner compreso, che si è accomodato su uno sgabello a fianco del podio (in coabitazione con il Padre-di-famiglia Thomas Dollè) ad ascoltare, rivolto al pubblico, i quasi sette minuti di quella delizia!

Sempre perfetti i cori di Casoni, nelle parti più concitate (gli indovini, i buzzurri romani di Sais) come in quelle festose e idilliache (gli Ismaeliti); anche le voci bianche (Angeli) udite in lontananza dietro le quinte hanno ricevuto il meritato applauso alla fine, raggiungendo sul palco gli adulti. Straordinario poi il coro a cappella che accompagna la voce del narratore (O mon âme...) alla chiusura dell’opera, che ha proprio lasciato tutti senza fiato, con la triade di MI maggiore esalata sul conclusivo Amen che Gardiner ha tenuto per qualche secondo con le braccia alzate (si direbbe proprio... come in estasi!)

I solisti tutti all’altezza, a cominciare dal Narratore (+ Centurione) Allan Clayton, che ha mostrato bella voce di tenore lirico; poi la santa coppia Ann Hallenberg (Maria) e Lionel Lhote (Giuseppe); e l’autorevole Thomas Dolié (Padre + Polydorus). L’Erode di Nicolas Courjal mi è parso più accorato che terrorizzato nel suo monologo, poi si è scatenato nel successivo incontro con gli Indovini.

In definitiva, un gran bel Buon Natale, di quelli che fanno bene allo spirito (che ne ha davvero bisogno...) 

In contemporanea con il concerto scaligero, il Duomo ha ospitato un’anteprima (2 delle 6 cantate) dell’Oratorio di Natale eseguito da laBarocca di Ruben Jais. Che questa sera in Auditorium affronterà l’intera maratona del sommo Sebastiano. 

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