Solitamente proposta come fiaba
natalizia per i piccoli, Hänsel und Gretel viene
invece programmata ancora in (piena) estate alla ripresa scaligera dopo la
pausa agostana. Si tratta di una produzione del Progetto Accademia della Scala, che prevede 8 recite, a partire da
sabato 2 settembre.
L’opera, che ebbe sin dalla sua prima (1893) un enorme successo in
Germania, è stata invece accolta con il contagocce (anche se sempre con buon
gradimento) all’estero: a Milano debuttò il 6 aprile 1897 (in traduzione
italiana); Toscanini la diresse alla
Scala nel 1902, poi nel 1903 a Buenos Aires; l’ultima apparizione al Piermarini
risale a 58 anni fa: Antonino Votto
sul podio e un cast di prima grandezza, che includeva Renata Scotto, Fiorenza
Cossotto e Rolando Panerai. L’unica
altra presenza scaligera nel dopoguerra è del 1952 (sempre in italiano, diretta
da Argeo Quadri):
La direzione e concertazione sono
affidati ad un solido direttore di tradizione teutonica, Marc Albrecht, apprezzato qui già nel 2012, quando arrivò in
emergenza a dirigere la straussiana Fr-o-Sch,
mentre l’allestimento è del salisburghese
Sven-Eric Bechtolf.
Il sito del Teatro riporta una
durata (senza intervalli, ovviamente) di 90 minuti, che è nettamente inferiore
a quella di un’edizione completa (ad esempio questa di Solti, tuttora una delle esecuzioni di riferimento) che ne conta 105-110: ciò lascia pensare a tagli non proprio
marginali apportati alla partitura... staremo a sentire.
Per un sommario inquadramento dell’opera, mi permetto di rimandare chi legge ad alcune mie note di presentazione, pubblicate un paio d’anni fa in occasione delle pregevoli rappresentazioni del Regio torinese.
Per un sommario inquadramento dell’opera, mi permetto di rimandare chi legge ad alcune mie note di presentazione, pubblicate un paio d’anni fa in occasione delle pregevoli rappresentazioni del Regio torinese.
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