Con la prima recita di Götterdämmerung del Ring
oleoso di Castorf si è chiuso ieri il primo ciclo delle rappresentazioni
del Festival di Bayreuth. Il secondo peraltro è già iniziato il 31/7 con i
Cantori che insieme al Tristan del 2/8 hanno interrotto per due volte la Tetralogia.
Grazie ad emittenti (come Radio Clásica) che ancora seguono il
gran circo barnum della collina verde si sono potute ascoltare le prime delle sette opere in cartellone. Che
dire? Le solite banalità... orchestra e coro che stupiscono sempre per qualità
e affiatamento, voci che mediamente rientrano in parametri di mera
accettabilità (solo il Sachs di Volle ha superato questa media-mediocrità) e
regìe che salvo i nuovi Cantori erano tutte conosciute (e per lo più denigrate)
dalle stagioni precedenti.
Pare
(uso ovviamente il condizionale avendo solo ascoltato commenti di altri) che i
nuovi Meistersinger siano meno scandalosi del previsto. Sembrerebbe, quello di
Kosky, un approccio sulla falsariga del penultimo Parsifal (di Herheim): rappresentare
non il soggetto in sè, ma corredato delle cause
(i caratteri della personalità di Wagner, antisemitismo in primis) e degli effetti che l’opera ha avuto sulla
società e civiltà (o inciviltà) tedesca fino alla metà del secolo XX, processo
di Norimberga incluso. Chissà se è questa una delle materializzazioni della
pretesa volontà di trasparenza (rispetto
ai risvolti nazi di Bayreuth) che da tempo la Kathi ha promesso di realizzare.
Di più, francamente, non mi sento di
dire.
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