Ieri sera la
conchigliona dell’Adriatic Arena ha tenuto a battesimo il ROF-XXXVII con la nuova co-produzione (marchigiano-vallone) de La Donna del Lago.
Radio3 ha per l’occasione
infranto una piccola tradizione: alla voce acuta e simpaticamente impertinente
del toscano Giovanni Vitali ha sostituito quelle più pacate (e un filino
noiosette) della premiata coppia Pedone-Bossini, coadiuvati in studio dal
navigato Barbieri. Il quale ha giustamente fatto valere le proprie competenze
sbugiardando il povero Michieletto,
reo di aver insinuato (nella sua intervista nell’intervallo) che la parte di
Malcom fosse stata da Rossini affidata ad un contralto poichè tratterebbesi di
personaggio, diciamo così, privo di nerbo mascolino. Dal che si dovrebbe dedurre
che pure Tancredi fosse una mezza-sega (!?)
Avendo tirato in
ballo il regista - e in attesa di fare prossimamente commenti motivati da visione
diretta – liquiderò per ora l’argomento dicendo che, da quanto riportato, si
dovrebbe dedurre che l’idea portante di questa produzione sia figlia del tipico
approccio famola strana, si no la ggente poi
s’annoja... (e anche: se no come ce la guadagnamo la michetta?)
Per quanto sia
arduo giudicarla dall’ascolto via-etere (o banda) mi sentirei di muovere
contenuti apprezzamenti all’esecuzione musicale. Mariotti (anche lui intervistato dopo il primo atto) ha mostrato di
avere, sulla carta, idee molto chiare e precise sulla natura di questa musica,
che mescola stili (settecento e romanticismo) e colori diversi: che poi l’abbia
saputa tradurre in pratica alla perfezione... è altro discorso, ma converrà giudicare
dal vivo. Un paio, non di più, i taglietti al libretto, soprattutto nel second’atto.
Quanto alle voci:
bene, ma non benissimo, il coro di Faidutti
(non sempre preciso, mi è parso, negli attacchi) e su discreto livello medio i
cantanti. Su tutti ha giganteggiato Spyres,
ma anche la Jicia se l’è cavata abbastanza
bene. JDF non è più quello di 20 anni
fa (e infatti gli... faranno la festa, smile!)
e si difende come può, e come sa, appunto dall’alto della lunga esperienza. La Abrahamyan pare abbia voluto dar ragione
a Michieletto (smile!) presentando un
Malcom poco... autoritario. Mimica è
un Duglas non entusiasmante, meglio di lui i due comprimari Iniesta e Brito.
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Altro giro, altro
regalo: stasera il Turco.
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