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24 ottobre, 2014

Orchestraverdi 14-15 – Concerto n° 6


Ancora John Axelrod sul podio con un altro corposo programma ottocentesco: due sinfonie, composte a distanza di 17 anni.

La prima avrebbe dovuto essere proprio una Prima, invece l’altoparlante ha annunciato che sarebbe stata la Terza (di Brahms, del 1883) che Axelrod torna a dirigere qui dopo averla incisa, come parte dell’integrale, meno di un anno fa. Evidentemente il Maestro texano deve aver dedicato anima e corpo alle sinfonie dell’amburghese, e ogni volta riesce a cavarne esecuzioni davvero apprezzabili, benissimo coadiuvato da un’Orchestra in gran forma, in tutte le sezioni.
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L’inversione d’ordine rispetto al programma – il Maestro l’ha giustificata con ragioni, diciamo… enologiche: prima serviamo il vino pregiato, poi chiudiamo la festa con il moscato spumante – ci ha quindi riservato la Prima di Ciajkovski (1866-1874). Sulle sue caratteristiche salienti avevo scritto qualche nota in occasione di un’esecuzione (con Xian) di circa 3 anni orsono (purtroppo – internet è così, se ci pare - alcuni link presenti in quel post nel frattempo si sono… rotti). È tutto fuorchè un capolavoro, anche se Axelrod tale la definisce (ma lui deve giustamente fare del marketing). Certo qui l’Autore ha l’attenuante dell’inesperienza e possiamo quindi apprezzare comunque il suo sforzo, ma se sprechiamo l’attributo massimo per quest’opera, allora quale dovremo inventare poi per la Patetica o l’Onegin?

Chi, senza definirla un capolavoro, la sentiva e la viveva profondamente era un altro russo, che con laVERDI ha avuto assai a che fare, cominciando con il… fondarla! Eccolo in una vecchia trasmissione della RAI (parte di un ciclo sulle sei sinfonie) interpretare i Sogni d’inverno con i ragazzi del Conservatorio di Mosca e raccontare a noi e a loro le sue sensazioni, emozioni e sofferenze.

Axelrod qui si è preso la libertà (ma gliela possiamo concedere, dato l’oggetto in causa) di stiracchiare i tempi a suo piacimento: il drastico rallentando (una sua invenzione) con cui ha attaccato il trio dello scherzo ne è stato solo l’esempio più eclatante (ha tenuto lo stesso tempo di Delman nel filmato, peccato che però lo scherzo fosse a velocità doppia!) Ma appunto, qui siamo al moscato spumante e va benissimo così, soprattutto quando i ragazzi sono in questa forma smagliante!

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