Ancora John Axelrod sul podio con un altro
corposo programma ottocentesco: due sinfonie, composte a distanza di 17 anni.
La prima avrebbe
dovuto essere proprio una Prima, invece l’altoparlante ha
annunciato che sarebbe stata la Terza (di Brahms, del 1883) che Axelrod torna a dirigere qui dopo averla
incisa, come parte dell’integrale,
meno di un anno fa. Evidentemente il Maestro texano deve aver dedicato anima e
corpo alle sinfonie dell’amburghese, e ogni volta riesce a cavarne esecuzioni
davvero apprezzabili, benissimo coadiuvato da un’Orchestra in gran forma, in
tutte le sezioni.
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L’inversione
d’ordine rispetto al programma – il Maestro l’ha giustificata con ragioni,
diciamo… enologiche: prima serviamo il vino pregiato, poi chiudiamo la festa
con il moscato spumante – ci ha quindi riservato la Prima di Ciajkovski (1866-1874).
Sulle sue caratteristiche salienti avevo scritto qualche nota in occasione di
un’esecuzione (con Xian) di circa 3 anni orsono (purtroppo –
internet è così, se ci pare - alcuni link
presenti in quel post nel frattempo si sono… rotti). È tutto fuorchè un
capolavoro, anche se Axelrod tale la definisce (ma lui deve giustamente fare del
marketing). Certo qui l’Autore ha l’attenuante dell’inesperienza e possiamo
quindi apprezzare comunque il suo sforzo, ma se sprechiamo l’attributo massimo
per quest’opera, allora quale dovremo inventare poi per la Patetica o l’Onegin?
Chi, senza
definirla un capolavoro, la sentiva e la viveva profondamente era un altro
russo, che con laVERDI ha avuto assai a che fare, cominciando con il… fondarla!
Eccolo in una vecchia trasmissione della RAI (parte di un ciclo sulle sei
sinfonie) interpretare i Sogni d’inverno
con i ragazzi del Conservatorio di Mosca e raccontare a noi e a loro le sue sensazioni, emozioni e sofferenze.
Axelrod qui si
è preso la libertà (ma gliela possiamo concedere, dato l’oggetto in causa) di
stiracchiare i tempi a suo piacimento: il drastico rallentando (una sua invenzione) con cui ha attaccato il trio dello scherzo ne è stato solo l’esempio più eclatante (ha tenuto lo stesso
tempo di Delman nel filmato, peccato che però lo scherzo fosse a velocità doppia!) Ma appunto, qui siamo al moscato
spumante e va benissimo così, soprattutto quando i ragazzi sono in questa forma
smagliante!
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