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14 ottobre, 2014

L’”Elefante” Paolo Isotta ospite in Auditorium

 

Ieri pomeriggio l’Auditorium di Largo Mahler (quello de laVERDI) ha ospitato la presentazione dell’ultimo (per ora…) libro di Paolo Isotta. Il quale è personalmente intervenuto, di fronte ad alcune centinaia di persone sedute in platea (compreso il venerabile Bonaldo Giaiotti, oltre ai giovani Direttori di casa Jader Bignamini e Giuseppe Grazioli) per raccontare – con la sua proverbiale e corrosiva arguzia partenopea - le origini e le vicissitudini di questa specie di non-autobiografia. In essa il critico musicale oggi più discusso in Italia ha raccolto le esperienze di tutta una vita – fino ai recenti burrascosi rapporti con la Scala - mescolando volgari pettegolezzi e frecciatine (o frecciatone, proprio da querela) contro questo o quello a sempre acutissimi (condivisibili o meno che siano) giudizi su personaggi, opere, idee, correnti di pensiero, luoghi e fatti della musica (e non solo) di ogni tempo e luogo. Chiudendo poi il suo intervento con un simpatico omaggio al suo grande conterraneo Giovan Battista Basile.

A spiegazione del titolo del tomo (600 pagine!) veniamo a sapere – ma è anche scritto nell’Avvertenza che lo apre - che uno degli elefanti che – a suo credere – protegge Isotta fin dall’infanzia è Babar, protagonista della favola di Brunhoff musicata da Poulenc per voce recitante e pianoforte. Che ci è stata puntualmente e piacevolmente proposta (in italiano) da un caro amico di Isotta, Peppe Barra, accompagnato dalla brava Carlotta Lusa, un’esile giovinetta che suona spesso ne laVERDI le parti per tastiera (pianoforte e celesta). 

Barra ha poi chiuso l’incontro divertendoci con la sua versione de La vecchia scorticata, da Lo cunto de li cunte, ossia il Pentamerone di Basile.          

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