apparentamenti

consulta e zecche rosse

02 marzo, 2014

La monumentale Piccola Messa del Coro de laVerdi

 

Per festeggiare degnamente i 15 anni dalla fondazione del Coro de laVerdi, ma (essendo ieri il… 29 febbraio) anche i 55 anni e 6 mesi, benissimo portati, di tale Gioachino Rossini, eccezionale appuntamento straordinario in Auditorium per un’esecuzione della Petite messe solennelle, in precedenza eseguita solo una volta, nel 2004, sotto la direzione del leggendario fondatore del Coro, Romano Gandolfi. In tema di anniversari, siamo anche molto prossimi (14 marzo 1864) ai 150 anni dalla prima esecuzione assoluta di questo ennesimo peccatuccio di vecchiaia del sommo pesarese.

Quasi un’ora e mezza di durata non giustificano certo il titolo di petite, che Rossini aveva dato al suo lavoro nel 1863, un anno dopo averne iniziato la composizione con i primi tre numeri: Kyrie, Gloria e Credo (infatti si chiamava Piccola Messa di Gloria). Aggettivo poi sopravvissuto, per quanto alcune edizioni dell’opera (orchestrata anni dopo, poco prima della scomparsa) rechino il semplice (e più appropriato) titolo Messe solennelle.

L‘originale – quello proposto ieri in Auditorium – è scritto per quattro solisti, coro (SATB) e accompagnamento di sole tastiere: due pianoforti (uno solo in questa esecuzione) e armonium.

Erina Gambarini ha schierato complessivamente 35 elementi del suo coro (9-8-9-9): un numero penso adeguato alle dimensioni dell’Auditorium, assai più vaste di quelle della cappella di villa Pillet-Will dove si tennero le prime esecuzioni, con soli 8 coristi. Per la stessa ragione credo abbia deciso di derogare dalle indicazioni di Rossini, che vorrebbe i solisti cantare sempre insieme al coro: qui invece hanno cantato esclusivamente le parti loro esplicitamente riservate.

Al pianoforte era Luigi Ripamonti, Maestro collaboratore del Coro (in pratica il vice della Erina) che si è distinto particolarmente nel bachiano Prélude religieux che precede il Sanctus. Eugenio Maria Fagiani sedeva all’armonium.

Convincenti i quattro solisti (Daniela Bruera, Jose Maria Lo Monaco, Francesco Marsiglia e il casalingo Christian Senn): il tenore in particolare ha ben figurato nell’impegnativo Domine.

Ma grandi onori vanno al Coro, che ha sfoderato dei pianissimo davvero emozionanti, oltre che distinguersi negli a cappella e nelle difficili fughe cui Rossini lo chiama.

E infatti, dopo la trionfale accoglienza, è stata proprio una fuga (la sezione conclusiva del Cum Sancto) a chiudere come bis - e proprio in Gloria! - una serata davvero memorabile.
___
La Petite (versione con orchestra) già annunciata qualche stagione fa (con na Patalung) e poi cancellata, chiuderà quest’anno – con Zedda - l’edizione 35 del ROF.

Nessun commento: