Come la Nona e il Requiem verdiano, anche il Messiah è ormai entrato stabilmente nella lista degli appuntamenti fissi di ogni
stagione, in questo caso la stagione de laVerdi Barocca (che per l’occasione si presenta con il suo nuovo nick-name di laBarocca) guidata dal suo padre fondatore Ruben Jais e affiancata dall’Ensemble vocale di Gianluca Capuano.
Ieri sera i
solisti di canto erano il soprano Karina
Gauvin, già apprezzata qui la scorsa primavera nel Gloria di Poulenc, il
giovane tenore Anicio Zorzi Giustiniani
e due vecchie conoscenze de laVerdi e
de laBarocca, Sonia Prina (contralto) e Christian
Senn (basso).
Jais ha seguito la
sua ormai collaudata impaginazione dell’oratorio,
consistente nel presentare al completo la prima parte (precisamente quella natalizia) e nell’accorpare dopo l’unico
intervallo la seconda e la terza (pasquale
ed oltre) con qualche taglio, per non… chiedere troppo allo spettatore. Nello
specifico, dalla Parte II sono stati
omessi:
- Coro: Lift
up your heads, O ye gates
- Recitativo secco (tenore o soprano): Unto which of the Angels said he…?
- Coro: Let
all the angels of God worship him
- Aria (basso
o contralto o soprano): Thou art gone up
on high
poi ancora:
- Aria (soprano o coro): Their sound is gone out into all lands
e
successivamente, prima dell’Hallelujah:
- Recitativo secco (tenore): He that dwelleth in heaven
- Aria
(tenore): Thou shalt break them with a
rod of iron
Dalla Parte III:
- Recitativo secco (contralto): Then shall be brought to pass
- Duetto (contralto e tenore): O death, where is thy sting?
- Coro: But
thanks be to God
- Aria (soprano): If God be for us
Per carità,
sono tagli non scandalosi (saranno 20-25 minuti più o meno di musica su circa
due ore e mezza) e meno corposi rispetto a quelli apportati in precedenti esecuzioni,
anche se sono sempre… dolorosi. Una soluzione che a me pare equilibrata (nel
senso che salva capra e cavoli: la completezza dell’opera e insieme il
contenimento della durata complessiva) è quella adottata, ad esempio, a Cambridge per questa pregevole edizione completa, con il coro
tutto maschile (grandi e piccini) del King’s
College. L’unico intervallo è convenientemente posto dopo poco più della
metà della Parte II (alla fine del coro Lift
up your heads, O ye gates) ottenendo così una distribuzione di tempi
abbastanza sopportabile: 90 + 55 minuti. Chissà se Jais ci farà sopra un pensierino
per la prossima occasione!
In ogni caso ieri
abbiamo ancora una volta apprezzato l’eccellente qualità degli ensemble (strumentali e vocali) de laBarocca, davvero efficacissimi nel ricreare
l’atmosfera sonora tutta settecentesca di quest’opera. I solisti poi hanno contribuito
da par loro al grande successo della serata, chiusa - anche questa è ormai diventata
una consuetudine – dal bis dell’Hallelujah cantato anche dai solisti, aggregatisi
alle rispettive sezioni del coro.
Un Buon Natale coi fiocchi!
___
Qui alcune mie
personali note di presentazione dell’opera, scritte in occasione di una performance di qualche anno fa.
Segnalo a
chi volesse osservare il Messiah attraverso le lenti del dottor Freud (come
altro spiegare un Gesù che si suicida nella toilette di una camera d’albergo?) che può farsi aiutare da Claus Guth.
Allego infine
una preziosa monografia su Händel, a firma di Gustavo
Marchesi, apparsa nel numero di Giugno 1989 di Musica&Dossier.
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