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11 luglio, 2008

Wagner l’incompreso

Ecco come un paio di musicisti russi (e mica carneadi!) giudicava Wagner:

Wagner è uomo sprovvisto di qualsiasi talento. Le sue melodie, ammesso poi di trovarne, sono di peggior gusto di quelle di Verdi o Flotow e più acide di quelle di un Mendelssohn. Tutto ciò è poi ricoperto da uno spesso strato di marciume. La sua orchestra è decorativa, ma volgare. I violini squittiscono sulle note più alte e gettano l’ascoltatore nel più estremo nervosismo. Sono uscito senza aspettare la fine del concerto, e ti assicuro che - fossi rimasto di più - io, ma anche mia moglie, avrei avuto un accesso isterico.”
(lettera di César Cui a Rimsky, 1863)

Gli ultimi accordi del Crepuscolo mi hanno dato un senso di liberazione da una prigionia. L’Anello sarà pure una grandissima opera, ma non si è mai dato alcunchè di più tedioso e menato per le lunghe di questa tiritera. L’agglomerato di armonie le più intricate ed artificiose, la mancanza di colore di tutto ciò che viene cantato sulla scena, dialoghi interminabilmente lunghi - tutto ciò affatica i nervi al massimo grado. Ergo, qual’è lo scopo della riforma wagneriana? In passato si supponeva che la musica dovesse deliziare la gente, mentre adesso da essa veniamo tormentati e portati all’esaurimento."
(lettera di Ciajkovski al fratello, 1876)

(questa la fonte)

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