La stagione principale de laVerdi riprende nell’anno nuovo con un’appendice del vecchio: si torna un po’ all’atmosfera natalizia, con un programma che presenta come primo brano la Suite da Lo Schiaccianoci di Ciajkovski.
Sul
podio un gradito ritorno: quello di John Axelrod, che ha diretto gli 8
numeri della Suite (circa 25 minuti, rispetto a 1 ora e 45 minuti dell’intero
balletto) con grazia e leggerezza settecentesca. Sugli scudi Carlotta Lusa
alla celesta, il flauto di Nicolò Manachino, e l’arpa di Elena Piva,
destinatari di speciali riconoscimenti da parte di un pubblico non più oceanico
come nei concerti delle trascorse feste, ma sempre caloroso e prodigo di
applausi per tutti.
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Ha
poi chiuso la serata un altro famoso brano di musica russa da balletto: l’Uccello
di Fuoco di Igor Stravinski. Di cui l’Orchestra ha eseguito, per la
terza volta nella sua intera storia, la versione integrale (1909-10). A
differenza di quelli classici di Ciajkovski, i balletti moderni di Stravinski normalmente
non superano di molto la mezz’ora, e questo è forse il più lungo (45’) e può
così trovar posto anche in un programma concertistico (le Suite predisposte
dall’Autore non sono poi tanto più corte). E in effetti si può sempre discutere
se sia musica proprio godibile al massimo grado anche in assenza della coreografia
per la quale fu composta…
Rispetto a Ciajkovski qui l’orchestra è a pieni ranghi, anche se solo a tratti (oltre che nell’abbagliante finale) viene impiegata in modo massiccio, anzi. In ogni caso la prestazione dei ragazzi è stata davvero eccellente, e il Direttore ha messo nel dovuto risalto i tratti infernali della partitura (che anticipa quelli davvero barbari del Sacre).
Esecuzione accolta da lunghi e reiterati applausi per tutti (e anche ritmati per Axelrod). Si replica solo questa sera.
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