Il
maestro (così si legge sul decreto
di nomina) Beatrice Venezi è salitoa alla ribalta dei
teatri della cronaca da quando (17/11/22) è statoa nominatoa Consigliere per la Musica
dal Ministro Sangiuliano. Come è logico e giusto, la sua collaborazione viene
remunerata con € 30.000 (come
certificato dal Ministero).
Da
allora lui lei ha fatto parlare di sé, più che per le sue imprese artistiche,
per le contestazioni che ha ricevuto a sfondo politico (il pubblico, a Nizza)
e professionale (alcuni professori d’orchestra, a Palermo).
Lei
ovviamente si difende, esibendo il suo corposo C.V.,
considerandole pretestuose e motivate solo da volgari pregiudizi ideologici (precisamente come
quelli che – ricordate? – portarono all’ostracismo della Scala a Gergiev…)
Segnalo qui un intervento assai equilibrato e condivisibile, da parte di un esperto che (come me, che non sono esperto…) non ha ancora avuto il piacere (o dispiacere) estetico di ascoltare e vedere dal vivo la bella Beatrice.
Ma allora, cos’è che non va? Beh, qualcosa su cui in Italia da sempre si tende a transigere e in futuro poi (con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio) nemmeno più si indagherà.
Si chiama: conflitto di interessi.
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