Torino in questi giorni vive ore davvero
drammatiche!
La Juve dei sovrani Agnelli le ha prese
(contrappasso micidiale) dal Napoli dell’ex-raccattapalle DiMaio e se la vede
brutta sul fronte scudetto (si rischia di dover rinfoderare l’antico adagio:
non c’è sei senza sette!)
E adesso: una che è stata messa lì da
quello stesso DiMaio (o Casaleggio per lui) e ha già portato abbastanza sfiga
alla Juve al costo di morti e feriti, si permette di mandare affanculo il
glorioso Teatro cittadino, assurto (grazie a gente tosta come Castellani,
Chiamparino e Fassino) a modello di oculata quanto sabauda gestione del
patrimonio musicale del Regno d’Italia, Torino capitale!
In due giorni: se ne va sbattendo la
porta il sovrintendente Vergnano (che 19 anni di pressione deretanica non hanno
potuto trattenere incollato alla sedia) e poi lo segue il direttore musicale
Noseda (che un paio d’anni fa poco mancava che sfidasse il detto Vergnano a duello...)
e con loro se la vede brutta un extracomunitario che occupa(va) la poltrona di
direttore artistico (rischia il rimpatrio forzato in Costarica, celebre culla
di melomani verdiani).
E per di più a Roma non c’è Franceschini
che possa opporsi alla deriva.
O tempora, o mores!
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