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24 novembre, 2017

laVerdi 17-18 – Concerto n°7


Il Direttore Musicale de laVerdi, Claus Peter Flor, nel suo percorso di esplorazione delle sinfonie mahleriane, affronta questa settimana quella che rappresenta il culmine della produzione del boemo e quindi il suo lascito artistico e spirituale: la Nona.

Ieri sera, in un Auditorium strapieno, il Direttore Musicale (con qualche problema... deambulatorio) ne ha dato una lettura che definirei laica, evitando ogni interpretazione di tipo strappalacrime (ah, la morte che si avvicina, il cuore malmesso, la certezza di durare ancora poco... insomma, l’agiografia preferita dall’inaffidabile Alma). Tempi sempre al limite superiore delle indicazioni agogiche, niente rubati da strapazzo, ma un Mahler che serenamente espone il suo programma, non scritto, di consapevolezza nella caducità delle terrene cose, e di serena rassegnazione. Non alla morte fisica, che arrivò prematuramente ben due anni dopo la composizione della sinfonia, e a causa di una banale infezione virale alle vie respiratorie (mal curata, anche perchè non c’erano ancora in giro gli antibiotici...) ma ad una terza età che certo escludeva per lui il ritorno ai trionfi (pubblici e privati) della gioventù, ma che era pronto ad affrontare con il piglio di sempre. Non per nulla, appena completata la nona, metterà subito in cantiere e comincerà a lavorare alacremente alla sua decima!

Anche la conclusione, dopo il girotondo delle viole attorno alla dominante di REb, non ha contemplato minuti di raccoglimento come si fosse dinanzi ad un feretro, ma pochi secondi per far semplicemente decantare l’emozione che si prova sempre ascoltando questa musica. Io sinceramente non chiedevo di meglio.

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