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consulta e zecche rosse

23 febbraio, 2015

Da Napoli un Tristan acciaccato

 

Radio3 ha trasmesso ieri sera il Tristan dal SanCarlo, che riprendeva lo spettacolo originariamente andato in scena nel 2004 (allora diretto dal compianto Gary Bertini). Sul podio Zubin Mehta, reduce dopo 19 ore esatte dall’Aida scaligera (e va verso i 79!)

Proprio il Direttore - che ha fatto osservare un minuto di raccoglimento in memoria di Luca Ronconi - è stato, a mio modesto avviso, il salvatore di una serata tutto sommato mediocre (parlo ovviamente dei suoni pervenuti via cavo, o etere). Ha dato una lettura di grande rigorosità, nella scansione dei tempi e delle dinamiche, come nel supporto alle voci.

Le quali voci hanno purtroppo costituito il punto debole della serata, salvandosi solo – ma meritando una semplice sufficienza – la… navigata Violeta Urmana. Passabile la sua ancella Lioba Braun, che nonostante la microfonatura si faticava ad udire in zona grave.

Deludenti Jukka Rasilainen, apparso un Kurwenal privo di mordente, e Stephen Milling, un Marke amorfo e anonimo, senza alcuna profondità di accenti.

Il protagonista Torsten Kerl mi è parso perennemente in difficoltà, impiccato già sui FA e a corto di fiato. Nel secondo atto si è fatto scontare (insieme a Isolde, ma il beneficiario è principalmente lui) ben 5 strofe (a partire da Dem Tage! Dem tückischen Tage e fino a O, nun waren wir Nacht-Geweihte!) del grande duetto, qui ridotto a moncherino. Taglio che viene spesso praticato, nelle edizioni popolari, proprio per salvare i tenori da possibili default: bene, Kerl nonostante il regalo ha rischiato di morire già nel seguito del duetto! Poi ha portato miracolosamente a casa la recita con grande affanno e molto mestiere.

Il signor Urmana (al secolo Alfredo Nigro) si è preso sulle spalle i due ruoli minori (ma non per questo da prendersi sotto gamba) di Marinaio e Melot: oltretutto deve aprire l’opera, a freddo e senza accompagnamento. Lui ha fatto del suo meglio, appena quanto basta. Italo Proferisce e Marcello Nardi completavano il cast rispettivamente come Timoniere e Pastore: queste sì sono parti proprio secondarie (la prima, soprattutto).

Apprezzabile la prova del Coro di Marco Faelli, una parte contenuta quantitativamente ma assai problematica da eseguire.

Insomma, un Tristan piuttosto di seconda scelta, Direttore escluso.

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