Un’Orchestra
quasi coetanea (nata 3 anni prima) de laVerdi
è stata ieri ospite in Auditorium: si tratta della Russian National Orchestra,
diretta dal suo fondatore, Mikhail
Pletnev.
Il
concerto si collocava nel programma delle iniziative culturali italo-russe
legate all’Anno del Turismo 2013-2014
e per l’occasione il proscenio era addobbato con i due tricolori realizzati da splendide
composizioni floreali. Dopo i dovuti pistolotti del padrone di casa Cervetti e
dei suoi due ospiti dei ministeri della cultura italiano e russo, ecco la musica,
con due celeberrimi lavori di Rachmaninov e Ciajkovski: insomma, tutta Russia,
ma con un importante ingrediente italico, il sempre più convincente Roberto Cominati.
Ed
è stato il pianista nostrano ad aprire il programma con il più eseguito ed
inflazionato dei Concerti di Rachmaninov,
il Secondo.
Era il suo primo incontro con questa orchestra, ma il nostro non sembrava
affatto preoccupato della novità, come si evince da questa sua presentazione. Ed in
effetti tutto è (mi pare proprio) filato liscio: Cominati ha sfoggiato la sua
grande sicurezza e sensibilità, in questa partitura che comporta facili rischi
di scivolate sul miele o sulla marmellata; e l’Orchestra, che Pletnev ha
guidato con gesto scarno ed essenziale, lo ha supportato nel migliore dei modi.
Ne
è uscita un’esecuzione trascinante e lungamente applaudita dal foltissimo
pubblico, cui non è seguito alcun bis,
per dovere – credo proprio – di ospitalità.
Dopo
l’intervallo, ecco la travolgente Quinta ciajkovskiana. Pletnev - sempre
compostissimo e quasi flemmatico - e i suoi ragazzi (disposti alla
alto-tedesca, violini secondi al proscenio e bassi al centro-sinistra) devono
conoscerla non a memoria, ma proprio a… cromosomi, così ne cavano tutte le
preziosità nascoste. Da incorniciare l’Andante
cantabile, con alcuna licenza, dove il corno del biondino Alexey Serov si guadagna
una lode. Sempre emozionanti le irruzioni
del protervo tema del destino e davvero enorme la chiusa, con le quattro semiminime
scandite quasi a seppellire tutte le disgrazie sotto una pesante lapide!
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