Ieri,
anniversario della nascita di Verdi (10 ottobre 1813) la città di Milano, che
ne ha visto i primi trionfi e ne ha accolto l’estremo respiro, ha dedicato al
Maestro alcuni importanti avvenimenti, nell’ambito delle celebrazioni verdiane
che proseguiranno per giorni e giorni.
Da segnalare
fra gli altri il Teatro alla Scala, che si è aperto gratuitamente al pubblico
per l’intera giornata, offrendo proiezioni di documentari biografici e musicali e visite al Museo.
Poi, alle 18,
presso l’Auditorium di Largo Mahler si è tenuta la conferenza La fabbrica dell’Opera, introdotta da Luigi Corbani, patron della Fondazione
de laVerdi, e condotta da Marta Boneschi e Laura Nicora, che hanno trattato tutti gli aspetti artistici ed
extra-artistici della gestazione e della produzione delle opere verdiane. Il
tutto riportato con dovizia di notizie e immagini in un pregevole libricino edito
a cura della Fondazione e introdotto da una prefazione dello stesso Corbani.
Ha fatto anche
capolino alla conferenza il sempre più lanciato Jader Bignamini che alle 20:30 - nell’intervallo fra la penultima e
l’ultima recita del Simone al Regio di Parma - si è tenuto in allenamento con Verdi
dirigendo un concertone straordinario di musiche verdiane: preludi, arie e cori.
Un’antologia
che ha toccato alcune tappe dell’intera produzione verdiana, da Oberto fino a Otello e che ha visto impegnato anche il Coro di Erina Gambarini e due voci femminili: Tiziana Carraro che ha interpretato brani da Oberto e Trovatore e Chiara Taigi che si è cimentata con I
Lombardi e Otello; entrambe poi hanno interpretato il duetto dall’Aida.
La Carraro ha mostrato buone qualità
nell’aria di Cuniza, mentre è sembrata un po’ meno efficace nei panni delle due
cattivone (Azucena e Amneris) dove nell’ottava alta sembra scurire
artificialmente la voce. Convincente la Taigi,
sia nella preghiera di Giselda che nell’aria di Amelia, come in Aida: per lei
anche un bel bis con La Vergine degli Angeli di Leonora.
Splendido il
coro, in particolare nella scena finale dell’atto II di Aida e come sempre eccellente la
prestazione del complesso strumentale, una colonna del quale (Alex Caruana) ci ha
anche proposto il poco conosciuto Adagio per tromba (qui Andrea
Bonaldo). Anche il Konzertmeister Luca Santaniello ha avuto il suo momento di gloria con quella specie di romanza per violino che è il preludio al finale dell'Atto III dei Lombardi (Verdi lo compose per Eugenio Cavallini, primo violino e direttore della prima dell'opera).
Quanto a Bignamini, ormai non è più da scoprire, almeno
in Verdi. Così fra una settimana sarà interessante vederlo e sentirlo alle
prese con il pagano
Stravinski.
Insomma: una bellissima giornata, che nemmeno il temporale che ha accolto il pubblico all’uscita dall'Auditorium ha potuto
guastare.
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