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27 giugno, 2013

Un po’ di Bayreuth a Milano (prima pausa)


Fra Walküre e Siegfried un po’ di sosta ci vuole (vogliamo almeno dare il tempo alla povera Sieglinde di portare a termine il suo Hehrstes Wunder!... ?) E allora provo a proporre qualche cazzeggiamento sui tempi tecnici di alcune vicende del Ring.

Cominciamo col dire che si può calcolare con una certa buona approssimazione il lasso di tempo che intercorre fra la prima e la seconda giornata: diciamo come minimo 15-16-17 anni? visto che Siegfried viene concepito alla fine del primo atto di Walküre (che in tutto dura un giorno…) e lo ritroveremo poi ragazzo grandicello nell’opera successiva.

Viceversa è assai arduo stabilire quanto ne passi fra la vigilia e la prima giornata; di certo parecchio, chè scopriamo dal racconto di Wotan a Brünnhilde (nel second’atto di Walküre) che nel frattempo lui stesso è andato a scovare Erda e l’ha messa incinta delle Valchirie, che adesso sono già grandicelle; e poi, da grande amatore e procreatore, ha anche messo al mondo (da madre sconosciuta) i due gemelli Wälsi, pure essi ormai adulti. Quanto ad Alberich ha a sua volta – e finalmente! – scopato una donna (e che donna, una regina!) dalla quale sta per avere un figlio (Hagen). Peraltro il racconto di Wotan fa nascere al proposito qualche perplessità rispetto al realismo della vicenda, o presenta una contraddizione logica, di cui probabilmente non si accorse lo stesso Wagner. Dunque: Wotan asserisce che una donna (sapremo nel Götterdämmerung trattarsi di Grimhilde, regina dei Ghibicunghi e madre di Gunther e Gutrune) è stata messa incinta da Alberich e si prepara a partorire Hagen. Il che fa pensare che la seduzione di Alberich ai danni di Grimhilde sia avvenuta da pochi mesi. Ma Wotan afferma che Alberich ha sedotto Grimhilde con l’Oro! E in effetti parrebbe chiaro che per sedurre nientemeno che una regina (che è già ricca di suo) un essere repellente come Alberich avrebbe avuto bisogno non di uno, ma di due strumenti: una gran quantità d’oro e in più il Tarnhelm, che gli consentisse di trasformarsi da rospaccio schifoso in principe azzurro (!) Ma quando mai il Nibelungo ha avuto a disposizione queste due risorse? In un solo e ristretto lasso di tempo: quello intercorrente fra la sua prima e seconda comparsa nella terza scena del Rheingold! Dopo, Alberich era tornato ad essere uno sbifido nullatenente. Ma se è così, come si spiega che Grimhilde abbia ancora Hagen in pancia, mentre nel frattempo Wotan ha già messo al mondo figli ormai adulti?

Interessante e curioso anche il discorso sull’età biologica di Brünnhilde, che può assumere due valori diversi (praticamente uno doppio dell’altro!) in dipendenza della natura che si attribuisce al suo sonno: se sia un letargo che blocca totalmente le sue funzioni vitali, nel qual caso, avendo lei al momento dell’ibernazione un’età approssimativa di (minimo-minimo) 16 anni, sempre tanti ne avrà al momento di essere risvegliata dal bacio di Siegfried (suo coetaneo, a questo punto); o se invece sia un sonno durante il quale le fibre di Brünnhilde continuino ad invecchiare, col che al suo risveglio lei avrebbe superato la trentina, ed avrebbe quindi un’età praticamente doppia di quella del suo… nipotastro.

Altra curiosità: nel second’atto di Siegfried incontreremo nuovamente Alberich - che avevamo lasciato (distrutto!) nel Rheingold e di cui avevamo avuto notizie da Wotan nella Walküre - a far perennemente la posta alla caverna di Fafner in quel di Neidhöhle. Domanda: da quanto tempo è lì? Se il Nibelungo avesse seguito le mosse del gigante, poi trasformatosi in drago, dovrebbe trovarsi in quei paraggi addirittura da qualche decennio! Poiché – come minimo – dopo il Rheingold Wotan deve aver avuto il tempo di mettere al mondo i gemelli Siegmund-Sieglinde, genitori del già adolescente Siegfried.

(Al prossimo intervallo altre domande scomode sulla plausibilità del plot…)
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Ieri il Piermarini si è trasformato (per la prima volta? e non sarà l’ultima!) in una sala cinematografica: un siparione candido ha fatto da schermo per la proiezione di Ludwig, il famoso film di Luchino Visconti, che compie precisamente 40 anni (ma non li dimostra affatto, come tutti i capolavori che si rispettino…)

Ovviamente vi è protagonista anche Wagner, di cui si ascoltano a più riprese brani dal Tristan e Lohengrin; poi soprattutto – e in tutte le salse - la famosa O du, mein holder Abendstern, in omaggio evidentemente alla Elisabetta, amore (non tanto) segreto dell’effeminato monarca bavarese; poi il Siegfried-Idyll, accuratamente ambientato a Triebschen e infine l’ultima composizione per piano, che fu una primizia assoluta ai tempi dell’uscita del film.

Iniziativa, almeno a mio avviso, abbastanza gradita dal pubblico, che ha riempito i 3/4 della platea e ha pure manifestato il suo apprezzamento con un applauso finale. 

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