Siamo ormai in pieno 21.12.12 e fino a
questo momento non si è visto ancora nulla… però chissà se dipende dal fuso
orario o dall’ora legale dei Maya…
quindi ci resta forse qualche spicciolo di tempo per sperare ancora… dopodiché mi
sa tanto che dovremo tornarcene abbastanza disgustati allo spread, al Berlusconi:0 e
all’Amleto Mario.
Per ingannare l’attesa, vediamo cosa
ci propina questa settimana il concerto n°14 de laVerdi,
sul cui podio è ancora Ruben
Jais.
In apertura un’opera di Fabio Vacchi del 2008, commissionata
dalla Filarmonica della Scala e la
cui prima fu diretta nel 2009 da Riccardo Chailly: Prospero o dell’armonia,
un melologo per voce recitante ed orchestra.
Il titolo viene dal protagonista
principale della Tempesta
shakespeariana, di cui Ferdinando Bruni (che
fu anche la voce recitante alla prima)
ha tradotto ed adattato dieci esternazioni che esprimono appunto la
faticosamente conquistata attitudine di Prospero verso la tolleranza, il
perdono, la serenità di giudizio, in fin dei conti… l’armonia.
Vacchi li ha rivestiti di
musica davvero accattivante, aggiungendovi un’introduzione ed un intermezzo
puramente strumentali, per un totale quindi di dodici numeri (per così dire). Assecondando lo spunto letterario, la
musica si incarica ora di evocare suoni
di natura, ora sensazioni e sentimenti dell’animo umano. Michele Di Giacomo ha interpretato i
testi con grande pathos e piena identificazione con la filosofia dell’opera.
L’Autore, presente in sala
(in compagnia di un suo giovane collega,
Orazio Sciortino, già ospite a sua volta dell’Auditorium) è stato chiamato sul
podio e lungamente applaudito dal folto pubblico: evidentemente (certa) musica
contemporanea ha ancora molto da dire a cuori e cervelli.
Dopo l’intervallo, tutto Mozart, dapprima con il più alto (per
me) dei concerti per pianoforte, il K466, con il trentunenne
francese David Fray alla tastiera. Lo
avevo sentito suonare questo stesso concerto con Salonen e la Philharmonia
nel giugno 2011 al Ravenna Festival, e
ne avevo potuto apprezzare le grandi qualità. Qualità che sono emerse anche
ieri sera: pulizia estrema e assenza di qualunque romanticheria fuori luogo,
insomma un Mozart fresco e trasparente, cui ha contribuito Jais tenendo
l’orchestra sempre in atmosfere rarefatte, anche nei momenti più drammatici
dell’Allegro iniziale. Una curiosità:
le due cadenze non sono quelle
celebri di Beethoven (chissà se sono
di sua mano…)
Successo pieno per lui e bis con una bachiana Sarabanda.
In chiusura l’immortale Jupiter.
Una vera e graditissima sorpresa la direzione di Jais, davvero ispirata e – come
nel Concerto - improntata a
grandissimo equilibrio e leggerezza; correttamente rispettato anche il da-capo dell’esposizione, cosa che non tutti
fanno.
Lunghi quindi, e meritati gli
applausi per Orchestra e Direttore.
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Nel frattempo: dal fronte Maya
ancora tutto tace… comincio a temere che bisognerà pazientare fino al 21.12.2112. Vuol dire che ci consoleremo a Capodanno con la Nona, come ormai tradizione qui.
2 commenti:
Come sempre grazie di queste preziose cronache sull' attività di una delle poche istituzioni musicali italiane che fanno cultura seriamente.
Buon Natale und einen guten Rutsch :)
@mozart2006
Vielen Dank!
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