Sì, sì, lo so che farei prima a dire
cosa va… me la caverei in mezza riga. Ma siamo qui per cazzeggiare, giusto?
Intanto è doveroso precisare (non
vorrei ricevere una richiesta di rettifica, smile!,
da parte del drammaturgo) che il Konzept del Lohengrin scaligero è il
risultato di una fatica a due mani, compiuta dal regista e dal suo compare Ronny Dietrich.
Il quale pare sia andato a scovare,
con perspicacia degna di miglior causa, il vero elemento scatenante del dramma
di Lohengrin, nella testa di Wagner. Altro che leggende medievali, come
credevamo da 160 anni noi poveri pirla (inclusi individui come Dahlhaus,
Newman, Nattiez, Mila, Principe, Serpa…) no no, ciò che ha mosso
l’immaginazione di Wagner fu la
storia del Fanciullo d’Europa, a nome
Kaspar Hauser.
Costui fu un povero ragazzo (quasi
coetaneo di Wagner) cresciuto fino ai 15-16 anni fra maltrattamenti e sevizie
(sempre chiuso, incatenato, in una fossa buia) che avevano lasciato segni
evidenti ed indelebili sulla sua psiche (non sapeva chi fosse, né da dove
venisse, e trovava inspiegabile qualunque cosa e minacciosa qualunque persona vedesse
intorno a sé) e che Wagner pare avesse incontrato di persona (a 20 anni) a
Norimberga poco prima che venisse assassinato. Per di più, il ragazzo era stato
affidato per un certo tempo ad un avvocato che per caso era il padre di Ludwig Feuerbach, il filosofo di cui
Wagner aveva provvisoriamente abbracciato le idee (prima di traslocare c/o… Schopenhauer).
Ecco allora come la coppia
Guth-Dietrich ha costruito il suo sofisma: accertato che Wagner fu colpito
profondamente dalla vicenda di Hauser, ne viene di conseguenza che lo stesso è
il vero ispiratore - magari nell’inconscio dell’artista (così ci mettiamo anche
un po’ di Freud, che non guasta mai) - della figura dell’argenteo cavaliere.
Ergo, se Lohengrin è Hauser, allora anche Lohengrin deve essere uno che non sa
chi sia, da dove venga, cosa stia a farci al mondo, e perché sia capitato dalle
parti di Elsa. Ecco, da questa premessa imbecille (perché totalmente,
radicalmente contraddetta dal testo –
e soprattutto dalla musica! – del
Lohengrin di Wagner) derivano tutte le scemenze di questo allestimento.
Un esempio lampante: ecco come
Guth-Dietrich giustificano la loro visione della personalità (Hauser-like) di Lohengrin:
La
potente esplosione musicale che accompagna l’entrata in scena di Lohengrin è in
sorprendente contraddizione con le sommesse, introverse prime parole da lui
pronunciate, che fanno pensare a un uomo confuso più che a uno consapevole del
proprio compito.
Ora, a parte che nel terzo atto
Lohengrin racconterà - per filo e per segno e con dovizia di particolari -
tutto, ma proprio tutto di sé, di Monsalvat, del Gral, di Parzival e dei propri
compiti (quando e da chi avrebbe appreso tutto ciò, nel frattempo, devono
saperlo solo Guth e Dietrich…) leggiamo il libretto di Wagner in quel punto dove
Lohengrin apparirebbe come un
uomo confuso, più che consapevole:
(Non appena Lohengrin fa il primo movimento per
abbandonare la navicella, su tutti scende un silenzio carico di tensione.)
Lohengrin
(con un piede ancora sulla navicella, si china
verso il cigno)
Grazie a te, mio caro cigno!
Attraverso l’ampia distesa dei flutti, ritorna
là donde mi ha portato la tua navicella!
Ritorna, mira soltanto alla nostra felicità,
e così fedelmente si compia il tuo servizio!
Addio! Addio, mio caro cigno!
(Il cigno volge lentamente la direzione della navicella e,
nuotando, si allontana dalla riva. Lohengrin lo osserva per un po’, con
malinconia.)
Allora, questo sarebbe un uomo confuso e
inconsapevole? In preda a convulsioni isteriche, raggomitolato per terra
proprio nella posizione cui il suo modello Kaspar era stato costretto per anni e anni, rinchiuso e incatenato, a
piedi nudi (!) in una fossa?
E 20 secondi dopo ecco come Lohengrin scambia i
saluti con Re Heinrich:
Lohengrin
(s’inchina dinanzi al Re)
Salute, re Enrico! Propizio e presente
sia Dio accanto alla tua spada!
Glorioso e grande, il tuo nome
mai svanisca da questa terra!
Re
Grazie! Perché io intenda quale sia la forza
che in questa terra ti ha portato, dimmi:
è per voler di Dio che ti avvicini a noi?
Lohengrin
Mia missione, mio compito è scendere in campo
per una fanciulla gravemente
accusata. È tempo che io veda se si fondi
il mio impegno per lei su buon diritto.
Allora, è uno che non sa chi è, né
cosa ci stia a fare lì? E che diffida di chiunque lo avvicini e cerca di
scansarlo e di nascondersi in tutti i modi? Uno che si muove barcollando come
un idiota, mentre il popolo che lo sta accogliendo così lo descrive:
Gli uomini e le donne
(pieni di commozione,
sottovoce, sussurrando)
Un dolce, santo brivido ci
afferra!
Quale amabile forza ci tiene
avvinti!
(Lohengrin si allontana dalla
riva e procede lento e solenne verso il proscenio.)
Com’è bello a vedersi, come
incede sovrano,
colui che un simile prodigio
portò alla nostra terra!
??? E così via, non c’è bisogno di
altri dettagli, quindi passiamo a Elsa,
così inquadrata dal duo di geni Guth-Dietrich:
Elsa,
un essere apparentemente angelico, che si rivela progressivamente come una giovane
donna segnata dal suo passato. Proprio all’inizio dell’opera apprendiamo,
attraverso Telramund, quali traumatici eventi abbiano marchiato la sua
infanzia: la perdita dei genitori, la scomparsa del fratello, di cui per di più
è stata incolpata. E lo stesso Telramund, al quale il padre in punto di morte
aveva affidato la tutela dei figli, abusa della fiducia di Elsa negli adulti
nel momento in cui la vuole come sposa.
Conseguenze
di tutto ciò sono, per Elsa, un forte senso di colpa a causa del proprio presunto
fallimento nonché un’esagerata ansia da abbandono, il che a sua volta la porta a
un’eccessiva idealizzazione del partner. Tra le facoltà caratteristiche di
personalità gravate da simili esperienze rientra il “pensiero magico”,
analizzato, tra gli altri, da Sigmund Freud. Tale concetto identifica una forma
dello sviluppo infantile per cui una persona ritiene che i suoi pensieri, le
sue parole o i suoi atti possano influire su eventi che in realtà hanno altre
cause, o addirittura provocare un determinato evento.
Quindi: il pensiero magico di Freud? E
quindi: l’arrivo di Lohengrin avrebbe altre cause? E quali sarebbero, cari
Guth-Dietrich, queste altre cause? Il puro caso, che fa incontrare il povero
Hauser e la povera Elsa in un parco (con laghetti e canne) di Norimberga?
Oppure dovremmo pensare che tutto ciò che Wagner ci vuol proporre sia
null’altro che un sogno di Elsa? Compresi i fatti storici (Heinrich) e il
conflitto religioso paganesimo-cristianesimo (Ortrud)?
Ridicolo. In compenso, ecco come Elsa
viene descritta dal popolo, mentre si presenta al processo:
(Elsa entra. Indugia un po’
nel fondo della scena; poi avanza molto lentamente, con grande timidezza, verso
il centro del proscenio. La seguono alcune donne, che però, in un primo tempo, rimangono sul
fondo, all’estremo limite della Corte di Giustizia.)
Tutti gli uomini
Guardate! si avvicina, con il
suo peso di severe accuse.
Ah! come appare luminosa e
pura!
Chi osa darle carico di tanto
gravi crimini
dev’essere davvero ben certo della sua colpa.
Ecco, questa sarebbe la descrizione (luminosa e pura!) di una poveretta che ci viene
mostrata come una qualunque drogata,
e per di più colpevole di qualche
misfatto, manifestando i classici tic di
queste condizioni, come il grattarsi nervosamente e il cercare perennemente di
nascondersi?
Anche qui, non serve entrare in
ulteriori particolari per stigmatizzare questa concezione dissacrante e – in
fin dei conti – sprezzante, che Guth-Dietrich hanno del capolavoro wagneriano.
Il quale viene da loro letteralmente sequestrato, rivoltato come un calzino e
rimontato secondo le loro idee lunatiche.
Insomma, un ennesimo caso di volgare
adulterazione. Qui sì che ci sarebbe da chiamare i carabinieri, mica - come
vorrebbe qualche zelante - per zittire quattro (o quaranta) buhatori di loggione. Dico e ripeto: chi
fabbrica e smercia Lacoste e Rolex (o VanGogh) contraffatti, secondo le nostre
leggi rischia la galera, o sbaglio? E anche nel caso che i falsi siano più apprezzati,
agli occhi di qualche snob, degli
originali.
5 commenti:
Linkato, ciao :-)
Guardate la pagina facebook ufficiale di Riccardo Muti (Riccardo Muti Official), leggete l'articolo di Harvey Sachs (importante musicologo e noto biografo di Arturo Toscanini) e i vari articolo che trattano l'argomento Verdi - Wagner.
Visitate anche il nuovo sito ufficiale del Maestro www.riccardomutimusic.com . A breve ci saranno anche filmati inediti ed esclusivi
https://ilvignettaio.wordpress.com/2012/12/19/il-lohengrin-scaligero-e-le-scenografie-teatrali/
(Può interessare?)
@unknown
"vignettaio", ti ho risposto sul tuo blog!
Ciao!
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