"Butterfly è un capolavoro perché racconta una storia violenta, sconvolgente e moderna di turismo sessuale, non perché fa venire «un groppo in gola» alla Clerici."
Questa lapidaria affermazione si trova in un articolo di Alberto Mattioli, che se la prende con una trasmissione RAI-TV (che personalmente non ho visto) condotta dalla Clerici sulla prossima stagione dell'Arena.
Insomma, un elogio senza mezzi termini del Regietheater, quella branca dell'arte moderna che consiste nel reinventare capolavori del passato, stravolgendone a volte totalmente la natura, per renderceli – così si proclama – ancora digeribili; e una implicita – ma neanche poi troppo - condanna degli ammuffiti Zeffirelli che purtroppo ancora infesterebbero le nostre scene, e che sarebbero – così par di capire – i principali responsabili del disamore pubblico verso il teatro musicale. Insieme ai loro ignoranti tirapiedi tipo-Clerici.
E come esempio di ignoranza – nella trasmissione della Clerici, appunto - si cita "Carmen che canta metà Habanera ai toreri, segno che «gli autori» non conoscono nemmeno la trama dell'opera".
Che invece la modernissima Emma Dante – per la cui Carmen la Scala ha speso milioni - ha dimostrato di conoscere perfettamente, vero?
13 commenti:
Io non credo che il bravo Mattioli volesse fare un elogio del Regietheater, ma semplicemente che banalizzando l'opera, non si fa una divulgazione ma solo disinformazione.
E ha ragione, a parer mio.
Che poi la Dante non sia un esempio, siamo d'accordo!
Ciao Daland.
Io invece penso che il politicamente corretto di Fazio, così banale e untuoso, sia una iattura ancora peggiore della Clerici. Questo per dire che io non condivido neppure una riga dell'articolo di Mattioli, a mio parere così inspiegabilmente amato dai bloggers.
Ciao
Marco Ninci
Io voglio dire la mia opinione su questo tipo di programmi. Semplicemente, non ho mai conosciuto qualcuno che, dopo aver sentito "Nessun dorma" nei concerti dei tre tenori, abbia avuto da questo l´impulso ad andare a vedere una recita d´opera. Se si tenta di presentare la lirica come la canzone pop, ne si stravolge il significato. Ha cominciato Pavarotti, che con questi ludi circensi tentava semplicemente di prolungare una carriera giunta alla fine, e adesso si sta esagerando.
Saluti.
@Amfortas
Beh, la definizione di - e il commento su - Butterfly mi son parsi invero offensivi: io non credo di essere una mosca bianca se sto dalla parte del "groppo in gola". Sostenere che un'opera così può ancora piacere solo se interpretata in chiave di cronaca nera contemporanea è segno - questo sì, per me - di mancanza di sensibilità.
Sullo spettacolo della Clerici non mi pronuncio perchè non l'ho visto, ma credo non abbia fatto più danni alla lirica di quanti ne facciano spettacoli come la Carmen della Dante.
@Marco
Io non sono così negativo su Fazio&C, anche se non ho risparmiato critiche, ad esempio, alla trasmissione pre-Carmen dello scorso anno. Anche quelle con Abbado e Barenboim non erano esenti da pecche, però credo sia oggettivamente difficile fare trasmissioni come queste: il rischio è che lo spettatore faccia "zap" e buonanottealsecchio.
Quanto a Mattioli è un critico intelligente, ma assai poco equilibrato: per lui ogni novità è necessariamente un bene, a prescindere. Raramente ho letto di sue censure per le regìe moderne, mentre ai vari Zeffirelli non ne passa mai una buona.
Grazie a tutti e a presto!
@mozart2006
Sono assolutamente daccordo con te, in linea generale. Ma sono anche convinto che l'unico modo per attirare il pubblico verso la musica "seria" (lirica, sinfonica) sia di educarlo a partire dall'asilo infantile, altrimenti è un'impresa impossibile. In quest'ottica, TV e media sono ovviamente strumenti formidabili ed insostituibili. Trasmissioni come quella della Clerici o come quelle di Fazio faranno poco o nulla, ma credo che non possano certo peggiorare la situazione.
Ciao!
...siccome siamo tra amici, dico anch'io il mio piccolo pensiero, precisando che la trasmissione l'ho "vista" ma in modo parziale (cioè a tv accesa, ma guardandola solo episodicamente)e invece il Mattioli l'ho letto tutto. Credo che il suo pezzo sia stato infelice: perché è inutile chiedere alla tv (e alla Clerici,come ai suoi autori) quel che si pretende dalla programmazione di un teatro o di un festival (e ciò a prescindere dalle sue preferenze registiche). A me è sembrato un programma non del tutto deplorevole, seppure tagliato su misura di modelli spettacolari che con l'opera - come la pensiamo noi - c'entrano poco o nulla. Ma, infatti, per chi era pensato? Per "noi" o per gli altri? Per chi la Clerici la conosceva e l'opera no, oppure...?
Comunque sia, volgare o sempliciotto che fosse, per alcune ore, in prima serata tv, complice la vincente coreografia naturale, s'è parlato 'anche' di opera. Con pochi sforzi poteva essere meglio, ma anche questo può servire, e se soltanto qualcuno ha capito cinque trame d'opera è stato una serata non inutile...
(i milioni di Requiem e le centinaia di copie in più di Hildesheimer venduti dopo "Amadeus" non hanno incrementato la cultura musicale mondiale, ma qualche curiosità l'hanno suscitata, e magari qualche biglietto in più all'opera l'hanno fatto guadagnare; come i 3tenori3, comunque). Del resto, col ministro della cultura che abbiamo, ci teniamo lui o la Clerici e l'opera in condensato fumettone kitsch (chi come il sottoscritto ha provato "The Opera Show", può confermare: c'è di peggio)? Se non altro così l'opera continua a vivere. E in prima serata tv. Meglio di "Porta a Porta", a occhio.
...saluti a tutti,
angelof
(i post eliminati erano doppioni: asineria elettronica del sottoscritto!)
@Foletto
intanto grazie della visita!
Non aggiungo una sola parola, se non una (comica?) difesa di Porta-a-porta che, bene o talvolta male, porta qualcosa di interessante nelle case degli italiani. Innalzandone il livello politico proprio come la Clerici ne innalza quello culturale!
Non è facile parlare di opera, o in generale, di cultura, in tv perchè se si tiene la barra alta si allonta il grosso pubblico, mentre se la si abbassa si producono le solite banalità che nauseano chi se ne intende senza per altro attirare più di tanto ascoltatori. Ho visto qualcosa su BBC4 della settimana dedicata all'opera con un piacevolissimo Stephen Fry che con grande candore parlava del proprio amore per Wagner, niente male neanche Pappano che parla di opera ma siamo su un "canale ghetto" che non so quanto sia seguito dal grosso pubblico. Però se ci si vuole educare bisogna evitare la banalizzazione, ci si deve dare un obiettivo più in alto del livello a cui siamo oggi.
@Giuseppe
Ahinoi, la RAI non è la BBC!
Ho dato un'occhiata alla serie di Fry su Wagner: cose da altro pianeta, effettivamente. E indipendentemente dall'audience o dal numero di nuovi adepti wagneriti che quella storia può aver prodotto. Ma noi un canale TV (pubblico e aperto) culturale non lo abbiamo, e mai lo abbiamo avuto. Ci dobbiamo accontentare di quel poco che arriva da Radio3 e da FD5.
Ciao e grazie!
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