É nota
l’influenza che su Béla Bartók ebbero i
rappresentanti della Scuola di Vienna, oltre a Debussy, Stravinski ed altri
innovatori in musica del ‘900.
Ascoltando il Quartetto op.3 di Alban Berg,
all’inizio del secondo movimento (Mäßige Viertel) la mia attenzione era sempre stata
attirata da un breve motivo, esposto da viola e cello, al quale non avevo in precedenza dato troppo
peso, ma che mi ricordava qualcosa di già udito da qualche altra parte, che non
riuscivo però a mettere a fuoco.
Poi,
all’improvviso, ecco il lampo che ha illuminato lo scenario: quel motivo del
giovane Berg (1910) è stato citato, non proprio alla lettera (cadute di quarte anzichè quinte) ma in modo - almeno secondo me - consapevole, dal tardo Bartók (1945) nel primo movimento del suo Concerto per Orchestra. Dove il motivo
appare tre volte, le prime due come ponte fra i temi principali, la terza come
cadenza conclusiva.
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