Mettiamoci nei panni di un neofita, o
magari di uno cui dell’opera nun gliene
po’ ffregà dde meno... e proviamo a leggere due autorevoli
commenti sulla Gazza scaligera.
“Ignobile gazzarra dei loggionisti alla Scala: alla fine della
splendida esecuzione della Gazza ladra, diretta da Riccardo Chailly, hanno
cercato di rompere, con le loro incomprensibili proteste, l’unanimità degli
applausi.”
“Chailly guida i cantanti
con energia e grande finezza; sa che Rossini è sempre Rossini, anche quanto si
sprofonda in situazioni tragiche e patetiche; dunque dalla sua orchestra
guizzano qua e là arabeschi leggeri, ammiccamenti ironici, disegni volatili e
frizzanti, pieni di ironia e di gusto."
“Risultato: tre ore e mezza
di una avvincente riscoperta, almeno per quella parte del pubblico che giudica
senza pregiudizi.”
“La gazza ladra è debole perché la
buca non crea un suono rossiniano...”
“Ma che noia un Rossini
così. Deboli escono soprattutto i concertati, cioè i momenti nuovi, di
costruzione di assieme. Freddi, senza intreccio, con poco volume e zero gioco. Alberto Zedda, il sornione cultore dei segreti rossiniani, si sarebbe
indignato.”
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Ecco – tanto per capire da quale parte stia il sottoscritto - interpretando l’ineffabile Moreni: meglio regalare anche la Scala (dopo lo Smeraldo)
a Oscar Farinetti, così almeno ci riempiamo lo stomaco.
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