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22 aprile, 2017

2017 con laVerdi – 17


Per la seconda volta nella stagione principale il concerto in cartellone vede protagonista una compagine ospite: dopo la Haydn di BZ-TN di alcune settimane fa è la volta di far visita in Auditorium per la Filarmonica Arturo Toscanini, guidata dal suo Direttore Principale, Francesco Lanzillotta.

Mihaela Costea (come si vede, caro DiMaio, dalla Romania non arrivano qui solo badanti e poco di buono...) è il primo violino dell’Orchestra e si esibisce come solista in un Concerto contemporaneo, opera del 79enne John Corigliano, figlio d’arte (il padre fu per anni e anni spalla della prestigiosa NYPO) e autore di musiche da film: dalla colonna sonora - premio Oscar - di uno di essi (The Red Violin) è stato ricavato, per successivi ampliamenti, il Concerto in programma, commissionato a suo tempo dalla Baltimore Symphony Orchestra (allora diretta da Temirkanov) e interpretato in prima nel 2003 da Joshua Bell. Qui lo si può ascoltare da Elina Vähälä con Slatkin.

Prima dell’esecuzione Lanzillotta illustra brevemente e meritoriamente le caratteristiche salienti del brano: opera che contamina il più classico diatonismo e le classiche strutture musicali con stilemi e passaggi di sapore novecentesco, che rimandano alla serialità e alle scuole del dopoguerra. Così troviamo quattro movimenti e l’impiego di un costrutto di ciaccona (sette accordi ascendenti) che permea il primo di essi per tornare poi ciclicamente in chiusura del concerto. Al solista sono riservati i motivi principali, di grande lirismo come il tema cosiddetto di Anna (la protagonista del film) e quello che occupa il poetico terzo movimento, oppure di grande energia e straordinari virtuosismi, come accade per lo Scherzo e l’Accelerando finale. 

Caratteristica del Concerto è la rarefazione del suono: non sono molti i momenti in cui l’orchestra interviene al completo (come il culmine del primo movimento dove la ciaccona e il tema principale esplodono con grande enfasi) per il resto alle evoluzioni del violino fanno da eco sommessi interventi di pochissimi strumenti, ora i legni, ora gli archi, più raramente gli ottoni.

Insomma, un pezzo assai interessante e gradevole, che la bella Mihaela (presentatasi con un lungo e scollato taffetà viola) mostra di padroneggiare alla grande, sia nei passaggi più squisitamente virtuosistici che in quelli dove predominano il lirismo e la cantabilità. Per lei grande successo ricambiato da un bis di carattere patriottico (Enescu).

La seconda parte del programma è occupata dalla celeberrima Settima beethoveniana. Qui la Toscanini si scatena e la wagneriana apoteosi della danza diventa un’autentica orgia di suoni. Al cui interno però spicca mirabilmente l’Allegretto, una parentesi davvero emozionante.

Per Lanzillotta e la sua compagine un successo trionfale in un Auditorium abbastanza affollato, che li attende per la replica domenicale.

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