Questa settimana il cartellone de
laVERDI propone un programma
che evidentemente trova l’interesse del pubblico, almeno a giudicare dalla
grande affluenza di ieri sera in Auditorium.
Programma relativamente breve (due brani
che occupano più o meno un’ora in tutto) ma impegnativo, aperto dall’ostico Quarto
concerto di Rachmaninov, di cui
il russo ormai emilianizzato Boris Petrushansky (che è più vicino ai
70 che ai 60, ed è tornato ad esibirsi qui dopo più di tre anni) ha dato un’interpretazione
vigorosa e trascinante, anche se (ma questo è un mio parere del tutto personale
e riguarda l’autore, non l’interprete) non è riuscito a rendermelo digeribile;
insomma, cavar sangue dalle rape non è impresa facile. Il nostro si è rifatto
con un pezzo più giovanile dello stesso Rach, l’Etude n°1. (La versione del
concerto eseguita è praticamente l’ultima, quella del 1941. Chi fosse
interessato ad una pedante elencazione delle differenze fra questa e quella
originale del 1928 può riferirsi a questo mio ormai vecchio post.)
Dopo l’intervallo ecco il sempre
gigionesco Aziz Shokhakimov dare la
sua interpretazione della venerabile Sinfonia in SOL minore di Mozart. Premesso doverosamente che l’Orchestra (guidata ieri da Dellingshausen) non ha mostrato nemmeno
una sbavatura, mi sento di dover censurare la prestazione del Direttore in
quanto assai monocorde, o monocolore, perchè priva di espressività, fredda e
quasi tutta giocata sul forte. Dopodichè
si sa che i prodotti marcati Teofilo sono
resistenti anche agli agenti uzbeki (smile!)
e quindi il successo è anche stavolta, e come sempre, garantito.
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