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04 novembre, 2016

laVERDI 2016 – Concerto n°32


Rieccoci ad uno degli immancabili appuntamenti-top della stagione: il Requiem! Torna a dirigerlo, per la terza stagione conseecutiva, Jader Bignamini, con un quartetto di cantanti inedito (ma è costume de laVERDI scritturare delle promesse più che delle star, e non solo per questioni di quattrini, ma anche perchè se nessuno le scrittura, come fanno le promesse a diventare star?)

Ora, il Requiem verdiano è un banco di prova di quelli davvero tosti, e superare la prova significa aggiungere al proprio curriculum una posta importante. E ieri i quattro (chi più, chi meno...) ce l’hanno fatta. Per primo citerei Kihwan Sim, un basso-baritono che sembra ben avviato sulla strada già percorsa dal suo famoso connazionale Kwangchul Youn: dopo una partenza un po’... diesel, ha via via preso sicurezza e autorevolezza, imponendo la potenza della sua voce, affiancata da una discreta sensibilità di accenti. Stefanie  Irányi (già ospite in passato dell’Auditorium) ha dignitosamente fatto la sua parte, la voce è da mezzo piuttosto leggero (personalmente preferisco voci quasi da contralto) ma sempre ben impostata in tutti i registri. Azer Zada ha una gran voce da tenore lirico, deve ancora perfezionare il portamento e le sfumature di accento, piuttosto... acerbe, diciamo, ma le premesse per farcela ci sono. Infine Inva Mula, che ha avuto qualche momento critico (un SIb acuto periclitante) e ha forse voluto strafare quanto a drammaticità nel conclusivo Libera me... 

Il Coro di Erina Gambarini e l’Orchestra, che Bignamini guida quasi ad occhi chiusi, non si sono smentiti, con una prestazione di tutto rispetto, meritandosi ovazioni da un pubblico che ha lasciato vuote pochissime poltrone dell’Auditorium.

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