Nel programma preliminarissimo
rilasciato sulla tradizionale cartolina del ROF in chiusura del Festival 2013 figurava
– accanto ad Armida ed Aureliano - L’inganno felice, che avrebbe dovuto
riprendere la produzione di Vick del 1994. Evidentemente ragioni organizzative
(magari di costo dell’allestimento) hanno poi indotto Mariotti&C a ripiegare su un titolo più collaudato e su una
rappresentazione in forma semi-scenica.
Ecco quindi questo Barbiere, già eseguito
in forma di concerto nel 2011 da Zedda, che per l’occasione aveva impiegato la
sua nuova edizione critica, preparata in risposta a quella del 2008 di Gossett (emigrato presso Bärenreiter). Quest’anno sul podio c’è Giacomo Sagripanti (che tanto per distinguersi
ha puntualmente cassato il minuscolo personaggio di Lisa, da Zedda pignolescamente riesumato), il coro è il SanCarlo di Pesaro (diretto da Salvatore Francavilla) e la gestione
scenica dell’Accademia di Belle Arti di
Urbino, che prosegue quindi la sua collaborazione con il ROF.
Superstiti dal 2011 l’Orchestra del Comunale di Bologna e, fra
le voci, il Conte di Juan Francisco
Gatell. E proprio il tenore argentino mi è parso positivamente cresciuto
rispetto a quella prova, già abbastanza confortante, di 3 anni orsono,
superando di slancio anche gli ostacoli rappresentati dalla riapertura dei
tagli di tradizione.
Discreta anche la prova di Chiara Amarù, che aveva lasciato un buon
ricordo di sé un anno fa come Malcom ne La Donna del Lago. Sugli scudi i due
bassi Paolo Bordogna e Alex Esposito, campione di scioglilingua
il primo e convincente calunniatore il secondo. Molto applaudito il giovine Florian Sempey come Figaro, che
personalmente non mi ha entusiasmato. Felicia
Bongiovanni e Andrea Vincenzo
Bonsignore completano dignitosamente il cast nei tre ruoli di contorno.
Sagripanti non mi è
dispiaciuto, per la verve che ha
impresso all’orchestra e a tutta la compagnia; onorevole la prestazione del
Coro, che ha un ruolo non certo proibitivo.
Tutto sommato una serata abbastanza piacevole,
che ha risollevato in parte le quotazioni del Festival, dopo la mezza delusione
dell’Armida inaugurale.
2 commenti:
Eh sí, il budget era finito. Anche quando c' era da scritturare il protagonista, mi sa... ma che Barbiere da filodrammatica parrocchiale! Il migliore è stato nettamente Alberto Pancrazi come Ambrogio ahahahaaaaa...
Ciao!
@mozart2006
Oh! sull'interpretazione di Ambrogio ti saprò dire fra qualche giorno, dopo aver assistito di persona...
Magari solleva davvero il livello generale!
Ciao!
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