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scrivere pescivendola

19 marzo, 2012

Una Bolena “alternativa” al Maggio fiorentino


Oggi non vorrei proprio essere nei panni di un orchestrale del MMF. Perché mi sentirei di avere sulla coscienza, con lo sciopero per la seconda di Anna Bolena, almeno tre spettacolari risultati:

1. Aver certificato coram-populo la verticale spaccatura sindacale all'interno delle maestranze del Teatro, divise fra scioperanti (gli orchestrali, appunto) e krumiri (masse tecniche e coro);

2. Aver consegnato su un piatto d'argento alla Sovrintendente Colombo (presentatasi al pubblico prima dell'inizio ed accolta da pochi vergogna! e molti più applausi) l'occasione per trasformarsi, da principale responsabile del dissesto in cui versa il Teatro, a salvatrice della patria, essendo riuscita nonostante tutto a regalare, a centinaia e centinaia di persone venute da ogni dove, la rappresentazione della Bolena (non Anna, ma Mariella!);

3. Aver dato a tutto il mondo la dimostrazione pratica che il MMF è perfettamente in grado di allestire spettacoli dall'esito trionfale pur facendo a meno dell'orchestra!

Come masochismo, si son toccati davvero i vertici!

Per dare un'idea della voglia di opera (e di Devia) che animava il pubblico, basterà dire che era data a tutti la possibilità di assistere al primo atto e poi di andarsene a casa facendosi rimborsare il biglietto. Bene, non un solo spettatore ha deciso di approfittare di questa possibilità, almeno a giudicare dal pienone mantenutosi fino alla fine della recita.

Buca quasi deserta (sui leggii ancora le parti aperte sull'ultima pagina, da giovedi scorso, evidentemente) con il solo pianoforte di Andrea Severi impegnato nel massacrante lavoro di accompagnare il canto per più di tre ore filate. Sul podio un sostituto di Roberto Abbado, Andriy Yurkevych, a dare con buona efficacia gli attacchi a Severi e ai cantanti sul palco.

La regìa di Graham Vick è assolutamente tradizionale: sia nelle scene e costumi, che nei movimenti (o immobilità, smile!) dei personaggi. Solo qualche sesquipedale esagerazione, come i giganteschi cavalli che reggono le chiappe di Enrico e Anna nella scena della caccia, o l'enorme corona di spine che campeggia nel primo atto, o la durlindana di 10 metri che cala dall'alto, una copia in scala normale della quale viene consegnata da Enrico a tale Jean Rombaud, spadaccino francese specializzato in decollazioni a garanzia totale (soddisfatti o… ri-collati). 

Per difendere le sue scelte registiche, Vick non esita a pontificare, sul programma di sala: Non si può mica fare un Enrico VIII nazista! Come non concordare… ma verrebbe da chiedergli perché allora si possa invece fare un Mosè terrorista, come quello che lui medesimo ci ha propinato l'estate scorsa al ROF!

Che dire del Cast? La Sonia Ganassi ha i suoi limiti, ma è anche sufficientemente smaliziata per mascherarli al meglio. Per lei ovazioni dopo Ah! Pensate che rivolti terra e cielo, chiusa dal SI naturale.

Josè Maria Lo Monaco è uno Smeton appena discreto, con voce scarsina. Così pure Konstantin Gorny nei panni di Rochefort. 

Shalva Mukeria impersona un dignitoso Percy: voce leggera ma bene impostata e acuti squillanti, DO incluso.

Roberto Scandiuzzi se la cava alla bell'e meglio come Enrico, e più per la presenza scenica che per il canto.

Luca Casalin è un onesto Hervey.

Buona la prova del coro di Piero Monti.

Ma va da sé che la mattatrice è lei, Mariella Devia. Già dopo Non v'ha sguardo e il MIb sovracuto che la chiude ci sono per lei 10 minuti di applausi, che dico, di delirio, mentre in scena è rimasta solo la Ganassi, che si sbraccia per richiamarla fuori, finquando lei finalmente torna per un supplemento di ovazioni. Alla fine, dopo Al cospetto d'un Dio pietà (sul cui MIb sovracuto qui si chiude l'opera, tagliando i commenti finali degli astanti) il trionfo è davvero senza precedenti, una cosa proprio da stadio. E dopo innumerevoli chiamate per tutti, l'ultima levata di sipario è per lei sola, che saluta e scappa via – immagino – con le lacrime agli occhi.

8 commenti:

Marisa ha detto...

Mi ero ripromessa di non commentare nessuna critica o malignità da parte di tutti coloro, pubblico e colleghi, che si sono sentiti offesi dallo sciopero del sindacato fials a cui mi onoro di appartenere ma leggo sulla tua pagina che hai colto perfettamente il drammatico punto della situazione.
Per la precisione la metà del coro ha scioperato mentre gli altri si sono impegnati a dare il meglio di sè proprio per dimostrare, poveri sciocchi, di poter rendere in egual misura dell'organico completo.
Non sto qui a specificare i gravi motivi che ci hanno spinto a questa scelta ma gli offesi siamo noi perchè tutti sono propensi a comprendere gli scioperi degli autisti di autobus o degli operai fiat ma nessuno vuole comprendere lo sciopero di un musicista che sta rischiando il posto di lavoro e così pure il proprio stipendio.
La domanda che sorge spontanea è perchè le altre sigle sindacali non abbiano aderito pur rischiando nello stesso modo?
Ad ottobre scorso è successo esattamente il contrario, i tecnici hanno scioperato e l'orchestra ha suonato ma i cattivi eravamo noi della fials, oggi l'orchestra ha scioperato e i tecnici no ma i cattivi restiamo sempre noi.

Beh, pazienza, noi continueremo a combattere per difendere il nostro futuro e quello del nostro teatro e gli altri facciano politica se credono.
Grazie per la comprensione, un saluto, Marisa.

daland ha detto...

@Marisa
Sono io a comprendere il tuo sfogo, ma lasciati dire che - secondo me! - qui non si tratta di dividersi in buoni e cattivi, in intelligenti e sciocchi. Credo che il (vostro) problema sia quello di unirvi: prima di tutto fra di voi, e poi con quella parte (ahinoi, piccola) di opinione pubblica che vi può sostenere nelle vostre giuste e sacrosante rivendicazioni. Ieri invece è successo esattamente il contrario: il successo di questa Bolena è stato "drogato" dalla situazione di emergenza creatasi a causa delle vostre divisioni interne. E purtroppo dietro gli applausi e le ovazioni esagerate sembrava di percepire una critica neppur troppo velata agli "assenti" (in buca e sul palco).

Scusami se la mia ti sembrerà una predica facile, ma ti assicuro che è fatta col cuore.
Ciao!

Amfortas ha detto...

Beh, l'ho appena scritto su OperaClick. Opera col pianoforte in questa contingenza? Autogol clamoroso, scelta pericolosa e sbagliatissima proprio dal punto di vista intellettuale.
Ciao!

daland ha detto...

@Amfortas
Sì, una scelta che che non ha senso sul piano tecnico, non c'è dubbio, come far giocare una partita di calcio con la pallina da tennis... e che non può certo diventare regola.
Ma l'autogol chi l'ha fatto, scusa?

Ciao!

Amfortas ha detto...

L'autogol era riferito a coloro che hanno consentito di acclarare i tuoi punti 1, 2 e 3.
Per me è un pericoloso precedente, che non aiuta le cause sacrosante dei lavoratori.
Ciao!

daland ha detto...

@Amfortas
Mettiamola in questo modo: l’accoglienza che ieri il pubblico ha riservato allo spettacolo, trasformatosi, è vero, in una specie di “recital” della Devia, ha dimostrato che - almeno per una volta, in via eccezionale - una partita giocata con la pallina da tennis, e che non vale nulla per la classifica, è preferibile al campo deserto, soprattutto se Ibrahimovich (o chi per lui, a seconda della tifoseria) ti fa vedere cose strepitose e funambolismi unici al mondo. Certo, adesso dovrà riprendere il campionato normale, ma perché il MMF non finisca in zona retrocessione, sarà bene che tutti i giocatori si rimettano a “fare squadra”. La “curva fiesole” ha mostrato di avere ancora fiato in corpo per sostenerli.
Ciao!

mozart2006 ha detto...

Tutto il rispetto che volete, ma vocalmente la Devia è al massimo la sorellina piccola di Anna Bolena...

daland ha detto...

@mozart2006
Sì, piccola effettivamente lo è (smile!)
Dici bene: è una cantante che merita tutto il rispetto, anche quando si avventura in acque per lei perigliose.
Ciao!