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07 marzo, 2012

Claudio e Martha di passaggio a Reggio Emilia


Ieri sera gran concerto di Claudio Abbado e Martha Argerich al Teatro Valli, gremito come un formicaio, dove hanno replicato la performance del giorno prima a Ferrara.

I due oggi sono dei vecchietti (smile!) ma pare abbiano lo stesso spirito di 30, che dico, 40 e più anni fa, quando si incontravano per le loro prime collaborazioni. Ma ancora oggi fanno le loro (quasi prime) esperienze! Il Concerto K503 di Mozart appunto da 35 anni non era stato eseguito dalla funambolica bairense che qui ne ha dato una visione… serenamente nostalgica, con i suoi polpastrelli che, più che percuotere, sembravano amorevolmente accarezzare la tastiera. Che oltretutto doveva apparirle con una fastidiosa striscia scura al centro, dovuta all'ombra della sua testa folto-crinuta proiettata da un occhio di bue disposto in maniera cervellotica, che la colpiva in piena nuca. Ma lei ovviamente non ha nemmeno bisogno di guardarla, la tastiera, per cavarne i meravigliosi suoni ispirati dal Teofilo

Il trionfo per lei è da stadio e così non può esimersi dal regalarci questo bis (ricordando di quando lei era piccola, smile!) casualmente (?) estratto dalle scene per i piccoli… 

Aveva aperto la serata l'Ouverture dell'Egmont di Beethoven. Che ha destato grande emozione… prima ancora di iniziare! Un comunicato diffuso per altoparlante aveva annunciato: il maestro Abbado, causa indisposizione, ha deciso di demandare la direzione del… Ecco, qualche centinaia di mani deve essere immediatamente calata in basso, o andata vorticosamente alla ricerca di metalli e amuleti diversi! Per fortuna (si fa per dire) san Claudio si è risparmiato solo l'antipasto beethoveniano (lasciato ad un giovine discepolo) dopodiché si è presentato abbastanza arzillo e in forma per Mozart e Schubert.

Del quale Schubert ha presentato la Quarta (Tragica, scrisse il diciannovenne Franz sulla partitura, forse perché c'è un po' di minore…) mostrando come anche un lavoro minore (smile!) possa produrre mirabilie, se eseguito con sensibilità e maestrìa. E soprattutto con un'orchestra, la MCO (48 elementi nella circostanza) che non ha alcunché da invidiare alle più blasonate compagini del pianeta. Qui ha anche sfoggiato un paio di trombe barocche, senza pistoni, che non devono essere propriamente uno scherzo da intonare alla perfezione.

Per il mitico interminabili chiamate, col pubblico ancora plaudente ad orchestra già sparita, fra baci e abbracci, dietro le quinte del Valli. 

Serate che… ringiovaniscono!


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