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20 gennaio, 2010

Salome a Bologna

Ieri sera, la seconda della Salome a Bologna, in un teatro con alcuni vuoti (cosa che francamente mi ha sorpreso).

Personalmente mi dichiaro più che soddisfatto. In particolare (ed è ciò che conta in questi casi) della prestazione musicale: Nicola Luisotti mi pare avere bene in mano questa partitura, di cui ha trasmesso efficacemente il pathos, coadiuvato dall'Orchestra che – pur ridotta rispetto a quella sterminata prevista da Strauss – ha dato il meglio, in particolare proprio nei fiati (la sezione più… sacrificata). Ora, gli interpreti.

Erika Sunnegårdh è una Salome assai efficace come presenza scenica, oltre che come fisico, ben adatto al ruolo (e se la cava discretamente anche come danzatrice). Mi è parsa però dare della personalità della protagonista un'interpretazione – come dire - troppo romantica, o troppo poco perversa. Quanto ciò sia responsabilità sua o della regìa è difficile da giudicare (ma la seconda ipotesi sembra suffragata da ciò che il regista scrive sul programma di sala). Sul piano musicale non mi è per nulla dispiaciuta, mi è parsa migliorata rispetto all'ascolto in radio dello scorso sabato (evidentemente c'era anche più affiatamento con la buca).

Anche Mark S.Doss – che in radio non mi aveva entusiasmato - se l'è cavata bene. Io personalmente metterei in quel ruolo un baritono più tenoreggiante, più chiaro (Jochanaan è un profeta che deve pontificare sì, ma è anche giovane!) ma a parte questo la sua prestazione è stata di rilievo; tenuto conto poi che deve cantare per tre scene su quattro sepolto sotto il palcoscenico (qui Luisotti è stato bravo a non coprire la sua voce, tranne purtroppo nella quarta scena, laddove a quella del profeta si sovrappongono le voci di Herodes, dapprima, e poi di Herodias). Immagino Doss più adatto, come voce, al Capitano Balstrode, nei cui panni lo rivedremo a marzo nel Peter Grimes a Torino.

Robert Brubaker è stato un po' il mattatore della serata. Gran voce e soprattutto grandissima prestazione scenica. È proprio l'Herodes che ci si immagina leggendo il libretto e scorrendo la musica!

Per Dalia Schächter farei un discorso analogo a quello su Doss. Herodias è una donna non più giovanissima (e quindi si comprende la tessitura da mezzosoprano) ma è anche una bisbetica petulante, dalla quale ci si aspetterebbe una voce più chiara e non un vocione cavernoso da vecchia megera.

Mark Milhofer era Narraboth, il bel siriano che perde la testa, non quella fisica, lui! ma quindi comunque anche la vita, per Salome. Prestazione più che dignitosa, direi, come quella di Nora Sarouzian, nei panni del paggio, che con lui ha il compito non facile di aprire l'opera.

Speciale menzione per i cinque giudei (Gabriele Mangione, Paolo Cauteruccio, Dario Di Vietri, Ramtin Ghazavi, tenori, e Masashi Mori, basso, che ha anche cantato le poche battute come Uomo di Cappadocia): sono stati efficacissimi nel loro siparietto, in cui Strauss ha imitato e amplificato il Wagner del Ring (Alberich-Mime).

Han fatto la loro onesta parte gli altri: i Nazareni Paulo Paolillo e Rainer Zaun (che ha fatto anche un soldato) e Cesare Lana (l'altro soldato).

Edoardo Milletti (uno schiavo) sostiene una di quelle parti da guinness di fugacità di apparizione (cinque sole battute musicali, 11 parole in tutto). A dir la verità l'originale straussiano prevederebbe qui una soprano… ma va bene lo stesso.

Vengo ora alla regìa. Della fulminante intuizione di Gabriele Lavia (ambientare Salome in Germania, datosi che è opera tedesca) avevamo già avuto contezza dall'intervista rilasciata dal regista a Radio3 a pochi minuti di distanza dall'alzata del sipario della prima, sabato scorso. È l'ennesimo, patetico caso di scoperta dell'America (anzi, della Germania, trattandosi di Regietheater) di qualcuno che cerca di contrabbandare - come autentiche - delle idee riciclate e ampiamente scadute (i vari Carsen e McVicar hanno già fatto a Salome tutti i possibili danni, in proposito). Nullo, manco a dirlo, il valore aggiunto recato all'originale sul piano artistico-estetico.

Come si possa sostenere che il pubblico si sarebbe annoiato a morte a vedere ambienti e costumi dell'epoca di Cristo, e che sia invece andato in brodo di giuggiole trovandosi di fronte a uniformi e suppellettili di epoca guglielmina, è cosa che non arrivo proprio a capire. Per di più, in un'opera dove il sangue (di Narraboth prima, su cui dovrebbe letteralmente scivolare Herodes, e di Jochanaan poi) dovrebbe scorrere fisicamente a fiumi, nulla di nulla. In compenso, per dare comunque il suo tocco macabro, Lavia fa issare, appeso per i piedi, un manichino rappresentante il cadavere decollato del profeta. Mah… in sostanza, mai come in questi casi ci si domanda se non fosse più interessante (oltre che economicamente giustificata, in tempi di vacche magre) un'esecuzione in forma di concerto!

7 commenti:

Amfortas ha detto...

Erika Sunnegårdh è un mistero, ma qui trovo almeno spiegazione del motivo per cui, alla maggioranza, non è piaciuta. L'eccessiva liricizzazione della parte. Ok.
Ma vorrei sapere, visto che eri in sala, se in maniera molto semplicistica, me ene rendo conto, la definisci una voce grande o piccola o una via di mezzo.
Perché secondo me, pur sapendo che oggi i cantanti tendono a uscire dallo schema soprano leggero, lirico o drammatico, a me pare difficile che un'artista che ha debuttato con Turandot e abbia in repertorio Abigaille, la Lady verdiana e Leonore, sia dotata di una voce piccola di natura.
Voglio dire, non è una che cantava Pamina ed ha azzardato Salome, per cui certe considerazioni potrebbero essere sensate.
La liricizzazione della parte è una scelta, non una necessità, non ti pare? O ha fatto di necessità virtù? Vorrei capire, perché sono curioso.
Senza fare nomi, ché poi i paragoni sono sempre ingenerosi, mica sarebbe la prima che si "alleggerisce" la parte, anzi. Ciò che conta è che il personaggio mantenga le sue caratteristiche originarie, mi pare.
Ciao Daland.
P.S.
Non stupirti di qualche vuoto in teatro, Salome non è opera che richiama le folle di melomani, è troppo difficile da apprezzare. Il melomane medio ama Verdi e Puccini e storce la bocca già con Donizetti e Bellini.

daland ha detto...

@Amfortas
Sul piano "fisico" direi che la svedesina ha una voce che - dovendo spaccare il mondo in due - definirei "grande" (in questo anche l'ascolto radiofonico mi aveva orientato).
Ecco quindi la "scelta", come giustamente osservi: che sia conseguenza esclusiva dell'approccio - che ho chiamato "romantico" - di Lavia, o invece, o anche, un mezzo usato dalla cantante per facilitarsi la vita... chi sa, forse tutte due le cose!
Sulla presenza del pubblico: concordo che Salome sia una "traviata" ben diversa da Violetta (smile!) ma mi aspettavo che un "teatrino" da 900 posti venisse comunque riempito come un uovo...

Grazie e a presto!

Giuliano ha detto...

La mia prima Salome (alla Scala) aveva la regia di Bob Wilson: uno spettacolo magnifico, ma non so se avesse molto a che fare con la Salome. Comunque sia, meglio un salto mortale non perfettamente riuscito di Ronconi o di Bob Wilson piuttosto che tanti altri allestimenti un po' così.
Meglio ancora, se non hai sottomano due nomi così, risparmiare allestendo in forma di concerto.

la Salome è un'opera molto difficile, spiazzante. La prima volta che l'ho ascoltata, su disco, temevo che ne mancasse un pezzo all'inizio...(l'edizione con la Caballé).
Però un inizio così ce l'ha anche la Lucia di Lammermoor, in fin dei conti.
(il "mio" Strauss è La donna senz'ombra)

mozart2006 ha detto...

La mia Salomè in disco è quella di Karajan, tratta dallo spettacolo salisburghese del 1978 che ebbi la fortuna di vedere dal vivo e che rivelò al mondo musicale internazionale il talento straordinario di Hildegard Behrens.

daland ha detto...

@Giuliano
L'edizione in vinile con la Monserrat è stata anche la mia prima Salome.
Sto aspettando che aprano le vendite del prossimo Maggio per prendere un biglietto della Frau!

@mozart2006
Sì, la grandissima Behrens!

Amfortas ha detto...

Ho programmato all'ultimo momento una trasferta a Bologna, domenica prossima.
Riferirò!
Ciao.

daland ha detto...

@Amfortas
Buon divertimento!