Roberto Forés-Veses fa il suo esordio in Auditorium per proporci la beethoveniana Pastorale preceduta da una pagina vocale di rara esecuzione: un estratto dai Chants d'Auvergne di Marie-Joseph Canteloube de Malaret (1879-1957) interpretati dal soprano Sarah Fox (48 ben portati!)
Si tratta di cinque serie di canzoni (30 in tutto) che Canteloube trascrisse (dal folklore locale di questa regione che sta nel centro-sud della Francia) nell’arco di circa 8 anni, fra il 1923 e il 1930. Qui possiamo ascoltare una registrazione completa del ciclo, con Dame Kiri Te Kanawa e Jeffrey Tate. Qui sotto invece sono evidenziate le 9 canzoni eseguite in questa occasione:
Volume I
La Pastoura als Camps (La pastorella nei campi)
Baïlèro (Canto dei pastori dell'Alta Alvernia)
Trois Bourrées: L'aïo
dè rotso (L'acqua di sorgente)
Ound' onorèn gorda? (Dove andremo a
sorvegliare?)
Obal, din lou Limouzi (Laggiù
nel Limosino)
Volume II
Pastourelle
L'Antouèno (L'Antonio)
La Pastrouletta è lou chibalié (La pastorella e il cavaliere)
La Delaïssado (La
trascurata)
Deux Bourrées: N'aï pas iéu de Mîo (Non
ho la fidanzata)
Lo Calhé (La
quaglia)
Volume III
Lo fiolairé (La filatrice)
Passo pel prat (Vieni
dal prato)
Lou Boussu (Il
gobbo)
Brezairola (Berceuse)
Malurous qu'o uno fenno (Infelice chi ha una moglie)
Volume IV
Jou L'pount D'o Mirabel (Al ponte di Mirabel)
Oi Ayai
Pour l'enfant
Chut, chut
Pastorale
Lou coucut (Il
cuculo)
Volume V
Obal, din lo coumbelo (In lontananza, laggiù nella valle)
Quan z'eyro petitoune (Quando ero piccola)
Là-haut, sur le Rocher (Lassù, sulla roccia)
He ! Beyla-z-y dau fè! (Ei ! Dategli un po' di fieno!)
Postouro, se tu m'aymo (Pastorella se mi ami)
Te, l'co, tè! (Vai
cane, va!)
Uno jionto postouro (Una bella pastorella)
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Il 52enne Direttore spagnolo (che fece i primi
studi in Italia) deve aver assorbito lo spirito di questi canti nei
dieci anni trascorsi proprio in Auvergne, a capo di quell’Orchestra Nazionale. Così
ne ha messo in risalto i tratti ora bucolici, ora romantici, ora spensierati, ora
patetici o scanzonati (mi vien da pensare a certe atmosfere del Wunderhorn...) L’orchestra, con le
pregevoli individualità dell’oboe di Luca
Stocco, del clarinetto di Raffaella
Ciapponi e del corno inglese di Paola
Scotti lo ha benissimo assecondato. Va da sè che la protagonista sia stata Sarah
Fox, bella voce di soprano lirico e di coloratura, che li ha interpretati con
passione e partecipazione emotiva.
Ovazioni e applausi ritmati sono seguiti al breve istante di raccoglimento che il Direttore ha imposto prima di abbassare le braccia, nell’eco dei due accordi conclusivi di FA maggiore.
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