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04 marzo, 2022

laVerdi 21-22. Concerto 19


Roberto Forés-Veses fa il suo esordio in Auditorium per proporci la beethoveniana Pastorale preceduta da una pagina vocale di rara esecuzione: un estratto dai Chants d'Auvergne di Marie-Joseph Canteloube de Malaret (1879-1957) interpretati dal soprano Sarah Fox (48 ben portati!)

Si tratta di cinque serie di canzoni (30 in tutto) che Canteloube trascrisse (dal folklore locale di questa regione che sta nel centro-sud della Francia) nell’arco di circa 8 anni, fra il 1923 e il 1930. Qui possiamo ascoltare una registrazione completa del ciclo, con Dame Kiri Te Kanawa e Jeffrey Tate. Qui sotto invece sono evidenziate le 9 canzoni eseguite in questa occasione:

Volume I                                                                                            

La Pastoura als Camps (La pastorella nei campi)

Baïlèro (Canto dei pastori dell'Alta Alvernia)

Trois Bourrées: L'aïo dè rotso (L'acqua di sorgente) 

                       Ound' onorèn gorda? (Dove andremo a sorvegliare?)  

                       Obal, din lou Limouzi (Laggiù nel Limosino)

Volume II

Pastourelle

L'Antouèno (L'Antonio)

La Pastrouletta è lou chibalié (La pastorella e il cavaliere)

La Delaïssado (La trascurata)

Deux Bourrées: N'aï pas iéu de Mîo (Non ho la fidanzata)

                       Lo Calhé (La quaglia)

Volume III

Lo fiolairé (La filatrice)

Passo pel prat (Vieni dal prato)

Lou Boussu (Il gobbo)

Brezairola (Berceuse)

Malurous qu'o uno fenno (Infelice chi ha una moglie)

Volume IV

Jou L'pount D'o Mirabel (Al ponte di Mirabel)

Oi Ayai

Pour l'enfant

Chut, chut

Pastorale

Lou coucut (Il cuculo)

Volume V

Obal, din lo coumbelo (In lontananza, laggiù nella valle)

Quan z'eyro petitoune (Quando ero piccola)

Là-haut, sur le Rocher (Lassù, sulla roccia)

He ! Beyla-z-y dau fè! (Ei ! Dategli un po' di fieno!)

Postouro, se tu m'aymo (Pastorella se mi ami)

Te, l'co, tè! (Vai cane, va!)

Uno jionto postouro (Una bella pastorella)

Lou diziou bé (Si diceva bene)

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Il 52enne Direttore spagnolo (che fece i primi studi in Italia) deve aver assorbito lo spirito di questi canti nei dieci anni trascorsi proprio in Auvergne, a capo di quell’Orchestra Nazionale. Così ne ha messo in risalto i tratti ora bucolici, ora romantici, ora spensierati, ora patetici o scanzonati (mi vien da pensare a certe atmosfere del Wunderhorn...) L’orchestra, con le pregevoli individualità dell’oboe di Luca Stocco, del clarinetto di Raffaella Ciapponi e del corno inglese di Paola Scotti lo ha benissimo assecondato. Va da sè che la protagonista sia stata Sarah Fox, bella voce di soprano lirico e di coloratura, che li ha interpretati con passione e partecipazione emotiva.

Una proposta davvero interessante, questa, che il pubblico ha mostrato di gradire assai.
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L’atmosfera pastorale è poi stata enfatizzata al massimo grado dalla Sesta beethoveniana, dove laVerdi si trova davvero a casa sua. E del suo ci ha poi messo Forés-Veses per trasmettercela in tutta la freschezza e la serenità che la percorre da cima a fondo, interrotta dallo squarcio temporalesco esploso in tutta la sua protervia, prima di sciogliersi nel canto di ringraziamento.

Ovazioni e applausi ritmati sono seguiti al breve istante di raccoglimento che il Direttore ha imposto prima di abbassare le braccia, nell’eco dei due accordi conclusivi di FA maggiore.

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