Questa settimana laVerdi propone un appuntamento particolare, sia pure nel solco di una tradizione consolidata: un’opera di teatro musicale, La voix humaine di Francis Poulenc. Sul podio il versatile Giuseppe Grazioli.
La parte introduttiva del concerto è però affidata alle due Suite dell’Arlésienne di Bizet. Curiosamente i soggetti dei due lavori in programma (di Alphonse Daudet e di Jean Cocteau, rispettivamente) hanno in comune un drammatico epilogo: un suicidio! Entrambi provocati da disillusioni amorose: nella pièce di Daudet il protagonista del gesto è un giovane, che si getta dal tetto della casa; in quella di Cocteau è una signora a strangolarsi con il filo del telefono...
L’Arlésienne. I due estratti
dalle musiche di scena per L’Arlésienne furono approntati dall’Autore
(prima Suite) e dal solito Ernest Guiraud
(seconda Suite) lo stesso che predispose anche i recitativi della Carmen, alla morte prematura
dell’Autore.
Oltre alle Suite, esiste anche una ricostruzione-orchestrazione dell’intero corpus delle musiche per il dramma di Daudet, predisposta da Dominique Riffaud, che si può ascoltare in rete ed ha la struttura mostrata in Appendice insieme a quella delle due Suite (evidenziate in rosso e blu). Entrambe le Suite si articolano in 4 numeri, che non rispettano necessariamente la sequenza degli avvenimenti narrati da Daudet: la loro durata complessiva supera di non molto i 30’, circa la metà della durata dell’insieme delle musiche di scena.
Va notato che il terzo numero della seconda Suite (quella di Guiraud) non proviene dall’Arlésienne, bensì dall’opera La jolie fille de Perth. Si noti infine come in entrambe le Suite il triste finale della storia venga accuratamente ignorato, per far posto ai brani più accattivanti e di grande effetto.
E Giuseppe Grazioli ne ha cavato un’interpretazione
a dir poco entusiasmante, valorizzando al massimo livello tutti i tesori nascosti
nelle due partiture, che davvero meritano di essere eseguite insieme, e non a
spizzichi e bocconi come capita spesso di sentire.
Ecco quindi il piatto forte della serata: La voix humaine di Francis Poulenc, interpretata dalla trentenne Alexandra Marcellier e con l’allestimento semi-scenico di Louise Brun.
Il monodramma di Cocteau è tutto recitato dalla protagonista al telefono (i cui trilli sono emessi dallo xilofono): la donna parla (a parte interferenze di centralinista ed estranei, fra il ridicolo e il grottesco, spiegabili con lo scenario ancora pionieristico di quel tipo di comunicazione) ad un uomo evidentemente a lei legato da passati vincoli d’amore, amore presumibilmente sfumato. Ecco la registrazione del 1959, anno della prima, protagonista Denise Duval (con Georges Prêtre).
Poulenc ha vergato a fronte della partitura alcune note di interpretazione, indirizzate al soprano e al direttore:
Beh, mi sento di dire che tutte le
prescrizioni dell’Autore siano state ampiamente rispettate, a cominciare dalla
prima! La bella Alexandra da Perpignan, ora accovacciata dietro una
semplicissima struttura (una specie di lungo schedario a fisarmonica) e accanto
ad uno scatolone pieno di lettere e fogli di spartito musicale, ora in piedi,
sempre con in mano la cornetta (e il filo!) è stata protagonista di una
prestazione davvero coinvolgente. E Grazioli ha fatto di tutto per realizzare quella sensualità orchestrale evocata da Poulenc.
Appendice: l’Arlésienne e
le due Suite.
Acte I
Acte II
17. Intermezzo (Suite I-2 Minuetto)
Acte III
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