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16 ottobre, 2020

laVerdi 20-21. Concerto n°4

Il Direttore Generale ed Artistico de laVerdi, nonchè fondatore dell’ensemble laBarocca, Ruben Jais, sale sul podio questa settimana guidando una compagine che comprende elementi di entrambe le formazioni orchestrali (solo archi, più un clavicembalo) per offrirci un concerto che affianca Vivaldi a Piazzolla, avente per oggetto le stagioni. Si tratta di un concerto originariamente previsto per lo scorso giugno e andato in fumo, insieme al resto della stagione 19-20, causa virus.

Il programma riproduce - con qualche geniale variante - quello presentato qui nell’ormai lontano 2013 con Bignamini sul podio.

Sul palco entrano quindi 36 strumentisti, così dislocati: nella parte sinistra (rispetto a pubblico e Direttore) 19 elementi (4+4+4+4+3) de laVerdi, solista Luca Santaniello e spalla Lycia Viganò (che normalmente è prima parte dei violini secondi) che suonano Piazzolla; nella parte destra 14 elementi (4+4+3+2+1) de laBarocca, solista Gianfranco Ricci (collega della Viganò nell’Orchestra principale) e spalla Diego Castelli, che suonano Vivaldi; al centro il clavicembalo (che suona con i barocchisti, ma mette lo zampino - chiusa della Primavera - anche con i moderni). La differenza fra moderni e barocchisti si evidenzia già al momento dell’accordatura dei rispettivi ensemble: LA a 442 per i primi, LA a 415 (un semitono sotto) per i secondi...

La sequenza esecutiva vede per tre-quarti (Primavera-Estate-Autunno) l’alternarsi regolare delle due compagini: prima i barocchisti e poi i moderni. Al termine di ciascun brano il pubblico può liberamente applaudire. Qui però Jais cambia l’ordine e fa eseguire l’Invierno Porteño ancora ai moderni, e poi inventa una mirabile transizione diretta all’Inverno vivaldiano, facendo trascolorare la chiusa sognante (e... vivaldiana) di Piazzolla nell’attacco rabbrividente (Agghiacciato tremar trà nevi algenti) del Prete rosso, che poi chiude il concerto con il consolante Quest'è 'l verno, mà tal, che gioja apporte.

Una proposta invero eccellente, e impreziosita dalla splendida prestazione di tutti, che il pubblico ha accolto con grandissimo calore. Dopo ripetute chiamate, Jais esce di scena e vi restano i due complessi che ci regalano, presentato da Santaniello, un bis con i fiocchi: il celebre Libertango di Piazzolla suonato insieme da tutti quanti (con Tobia Scarpolini che ha abbandonato il suo cello per fare da... percussionista e dare il ritmo)! Il che non è precisamente cosa di tutti i giorni, nè da tutti, dato che i due ensemble hanno accordature diverse. Così, per suonare il pezzo - che è in LA minore - in perfetta consonanza, i barocchisti han dovuto evidentemente trasportare la (loro) tonalità in SIb minore (5 bemolli in chiave!)

Successo strepitoso e applausi ritmati, a dare un po’ di luce e di ottimismo a questa serata piovigginosa, dopo una giornata funestata ahinoi da nuovi record covidiani.


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