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02 ottobre, 2020

laVerdi 20-21. Concerto n°2

Sempre Flor sul podio dell’Auditorium per questo terzo appuntamento (secondo in abbonamento) del primo trimestre dell’anno scolastico della stagione concertistica 20-21.

Concerto dedicato alla memoria di Alfonso Ajello,

prestigioso Notaio in Milano (ma di origini partenopee) e soprattutto socio fondatore e già vicepresidente della Fondazione, scomparso prematuramente lo scorso aprile.

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Uno dei moschettieri dell’Orchestra, l’estroverso Fausto Ghiazza, torna ad interpretare da solista (è come minimo la quinta volta che lo fa, ormai da quasi 20 anni!) il celeberrimo Concerto per clarinetto di Mozartuno dei brani prediletti proprio dal compianto Ajello.

Ben coadiuvato da Flor e dai colleghi, Ghiazza ci sciorina un’esecuzione coi fiocchi, senza la minima sbavatura, un Mozart leggero e trasparente che trascina il pubblico all’entusiasmo. Lui ricambia con un bis senza dedica, ma scommetto - stante la scelta fatta - che abbia pensato al suo ammiratore che l‘applaudiva da lassù... 

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Chiude la serata la poco eseguita Prima Sinfonia di Carl Maria vonWeber. É luogo comune ricordare la quasi contemporaneità di questo lavoro con l’Eroica beethoveniana, per metterne impietosamente in risalto la distanza siderale: tanto innovativa e dirompente è l’Op.55 del genio di Bonn, quanto ancora acerba e settecentesca (Mozart e Haydn vi si sentono chiaramente) è questa sinfonietta nella quale si intravede appena e con fatica ciò che Weber saprà invece esprimere (ma anni e anni più tardi, e soprattutto nel teatro) in fatto di rivoluzione romantica.  

L’Autore medesimo confessava che le bizzarrie formali da lui introdotte (soprattutto nel primo movimento) finivano per far somigliare la sinfonia ad una fantasia; e non è un caso che, dopo aver subito composto la seconda, Weber abbia definitivamente abbandonato il genere per dedicarsi al teatro e caso mai a quello strumento che gli era stato negato (dal suo... padrone) proprio per le due sinfonie: il clarinetto!

Flor ne ha comunque messo in risalto le qualità, sottolineando i diversi passaggi solistici (corno, flauto, cello, ma soprattutto l’oboe - ieri suonato da Emiliano Greci) e il risultato è tutto sommato da elogiare, cosa che il pubblico - pur distanziato - non ha mancato di fare. 


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