Per l’ultimo concerto della regular-season de laVERDI la Direttora
Xian aveva pensato di mandarci un suo connazionale, no… che dico: due cinesi
addirittura (non ce ne fossero abbastanza a Milano, stra-smile!) e avrebbero fatto persino tre, includendo nel novero
anche uno degli autori in programma!
Invece qualcosa è andato storto e così
non c’è il tre, ma solo il due: poiché sul podio, in vece di Yu Long è tornato
dopo tre anni Darrel Ang, che è orientale sì, ma non
cinese, provenendo dalla città dei… topi (smile!)
Concerto imperniato su Beethoven, con
intermezzo appunto cinese. Apre la serata l’Ouverture
dell’Egmont,
mirabile sintesi del dramma goethiano centrato sulla figura dell’eroe e
patriota olandese: trascinante davvero l’esecuzione, dal taglio propriamente
eroico, dell’orchestra guidata ieri dalla spalla vonDellingshausen.
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Qigang
Chen
è un cinese francesizzato e di lui ascoltiamo un brano che di fatto è una Fantasia per violoncello e orchestra,
titolato Reflet d’un temps disparu, che Yo-yo-ma interpretò per
prima nel 1998, suonato qui dal suo connazionale (però australianizzato) Li-Wei Qin.
Tutto
il brano, assolutamente diatonico (non per nulla ha quel titolo!) anche se
ricco di sonorità… moderne, si basa su un tema originale cinese, molto
cantabile, che si muove fra tonica e dominante e viene esposto subito (sul
SOLb) dal violoncello, per poi dare spazio a squarci quasi impressionisti e
quindi a sfrenato virtuosismo solistico. Il tema viene poi reiterato da altri
strumenti in diverse tonalità e varianti; quindi viene ripreso dal solista, sulla
tonica FA, e poi trasportato ancora su altre toniche: DO, SI, MI, ancora DO,
FA, MI, MIb, LAb, fino a spegnersi, quasi frantumandosi, sul LA naturale.
Un pezzo che dimostra come oggi si possa
ancora far musica godibile con il toolbox
dei classici e dei romantici. Qin lo interpreta con grande ispirazione, poi ci
concede anche un paio di bis, dal moderno all’antico.
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Si chiude con la Settima, che l’orchestra
conosce a memoria, forse e senza forse più del direttore (smile!): ne esce un’esecuzione vibrante e – nell’Allegretto – ricca di pathos, che si
merita nutriti applausi da un pubblico, purtroppo, di pochi intimi.
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Quest’anno laVERDI non si ferma mai:
dopo i 38 concerti della stagione principale, dalla prossima settimana parte
una serie di 12 concerti estivi che si chiuderà il 3 settembre. Poi il 13
settembre appuntamento ormai tradizionale alla Scala con Bignamini; e lo
stesso Bignamini aprirà il 17 la serie di 14 concerti che si protrarrà fino a
fine anno, coprendo di fatto la parte autunnale della stagione 15-16.
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