Zhang Xian chiude questa settimana la parte concertistica della
stagione 11-12 con tutto-Ciajkovski.
Il
vincitore ex-aequo (in realtà il primo premio non è stato assegnato) del
prestigioso Concorso Ciajkovski 2011, il 24enne Sergey Dogadin, si presenta per
interpretare il Concerto op. 35, quello che, secondo lo schizzinoso Eduard Hanslick, era musica che puzza (effettivamente, dopo
l’impiego fattone anni fa a scopo pubblicitario da una nota marca di brandy, emana ancora un certo olezzo di…
alcool, smile!) Qui il ragazzo
e il suo prezioso violino (oltre all’orchestra tenuta a bada dalla Xian, se si
esclude un forsennato accelerando poco
prima della cadenza) ce lo propongono
però in modo sobrio e per nulla stomachevole.
Certo, è
uno di quei pezzi che un violinista emergente non può non iscrivere in
repertorio, e l’ascoltatore in questi casi assume il ruolo di assaggiatore di una nuova annata di chianti o di refosco: sarà la migliore degli ultimi 30 anni, o va archiviata
nella grande massa delle produzioni dignitose-ma-non-più?
Ecco, personalmente non mi sentirei di parlare di annata eccezionale: per
carità, ascoltare il concerto eseguito con grande virtuosismo dal solista e con
solida professionalità da orchestra e direttore è sempre un piacere, ci
mancherebbe… e infatti il successo non manca, premiato con un bis paganiniano.
Poi un’altra
pagina inflazionata: la Quinta, che laVerdi ha ormai interiorizzato fin dai vecchi tempi di Vladimir Delman. Anche in questo caso
prestazione rimarchevole, soprattutto per la lettura accattivante della Xian,
ma esecuzione non proprio impeccabile (i corni, croce e delizia di ogni
orchestra…)
Pubblico
osannante che dà l’arrivederci alla Direttora
per il prossimo settembre, inizio di una nuova, speriamo altrettanto positiva,
stagione.
L’ultima
fatica del 2011-12 per laVerdi sarà uno
specialissimo appuntamento con l’opera: Andrea
Chénier.
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