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da stellantis a stallantis

25 febbraio, 2011

Gli opposti estremismi del loggione scaligero


La recente (anzi, ancora in programmazione) Tosca scaligera ha dato adito a strascichi polemici - che per poco non hanno assunto risvolti cruenti (!) - che tuttora riempiono giga e giga di memoria dei server dei vari blog e forum, oltre che essere oggetto di qualche trafiletto di giornale, o di simpatiche trasmissioni della nostra cultur-radio. Come per il calcio e per la politica (altro sport nazionale, smile!) si formano fazioni e tifoserie totalmente impermeabili alle ragioni (!?) degli altri. Qualche flash.
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C'è chi si incazza se uno che gli sta dietro a sinistra si mette a gridare buuuh! perché – dice – lo disturba indebitamente, rovinandogli il timpano sinistro e la serata. Però se, contemporaneamente, un altro che gli sta dietro a destra si mette a urlare brava! da spaccargli il timpano destro, no, quello non disturba per nulla, nè rovina l'udito. Come si spiega l'arcano? Che il primo sarebbe un sabotatore della carriera dell'interprete e peggio ancora un infangatore del buon nome del teatro, mentre il secondo è un eroe che si sacrifica per la nobile causa della difesa della patria, e gli si dovrebbe erigere un monumento. Vale anche l'esatto contrario, invertendo incazzatura con apprezzamento e sabotatore con eroe.
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S'ode a destra uno squillo di pernacchie: alla Scala non si vede – e soprattutto non si sente – da almeno 40-50 anni, che una schifezza dietro l'altra. Perché il teatro è finito nelle mani di burattini manovrati da una odiosa cricca capital-global-markettar-star-sistemica che intende distruggere il bel-canto, per sostituirlo col bel-conto. E così anche il più sprovveduto e viscerale ignorantone - venuto a teatro per pura curiosità e che ha ingenuamente e incolpevolmente mostrato di gradire ciò che gli è stato propinato – passa per strumento involontario di creazione del consenso verso la cricca. Quindi un nemico da zittire, o da intimidire a suon di buuh.
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A sinistra risponde uno squillo di peana: l'ultima Tosca della Scala (come l'ultima Carmen, o gli ultimi Pagliacci) sono edizioni di riferimento millenario, mai ascoltato e visto nulla di più sublime; gli interpreti – musicisti e registi con loro - meritano di essere trasferiti seduta stante nell'empireo dei sommi aedi, da imbalsamare direttamente per non farli deperire. Eventuali dissenzienti sono per definizione dei sabotatori e come tali vanno perseguiti.
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Ci meravigliamo poi se le fazioni si ritrovano fuori dal teatro per la resa-dei-conti?
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Ora non c'è che da aspettare la prossima partita (però, vogliamo scommettere? non Death in Venice, che è di cricket, mica di calcio…) per assistere ad una nuova puntata di queste dotte e civili discussioni.
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3 commenti:

mozart2006 ha detto...

Saggio ed equilibrato come sempre. Anch´io trovo ridicole queste Baruffe Chiozzotte in cassoeula...
Ciao

Amfortas ha detto...

Non mi esprimo nel merito del post, ho già dato a sufficienza in altra sede.
Sono venuto a darti la triste notizia che il Rheingold di Venezia si svolgerà, per i soliti motivi, in forma di concerto.
A me spiace molto perché era uno degli ormai rari casi di allestimento intelligente, che serve la musica.
Peccato, ma capisco le ragioni della contingenza economica.
Ciao.

daland ha detto...

@mozart2006
Sì, sono ridicole, ma non fanno di certo bene nè alla scala, nè alla lirica in generale.

@Amfortas
accipicchia, non ne ero informato (sul sito del teatro non ho trovato nulla in proposito). Trattandosi di Carsen è un peccato davvero; fosse stato Bieito c'era da esultare (smile!)