Norman Lebrecht, famoso e pure controverso critico britannico (è lui che sostiene - forse scambiandolo per Allevi - che Karajan fosse tutto fumo e niente arrosto) ci ricorda che il 2009 è un anno di ricorrenza, oltre che di illustri dipartite (Händel 250, Haydn 200) anche di qualche importante nascita, come quella di Henry Purcell (350). Ma soprattutto ci rammenta che fra un mese cadrà il 200° anniversario dalla venuta al mondo di Felix Mendelssohn. Qui il sito ufficiale che doverosamente si occupa della ricorrenza.
Stando a Lebrecht, Mendelssohn sarebbe un autore piuttosto trascurato ultimamente, dopo essere stato famosissimo ed eseguitissimo nel suo tempo e per un secolo a seguire... Ma gli mancherebbe quel quid per essere davvero un grande, come Mozart, ad esempio. E il problema consisterebbe soprattutto nella carenza di passione pura, legata all’educazione ricevuta, troppo rispettosa per la classe dei “banchieri”, oltre che alla mancanza di una vera “esperienza di vita”, caratteristica invece di un Beethoven. Anche l’ascendenza ebraica viene tirata in ballo: insomma, sembra quasi che Lebrecht condivida in qualche misura il giudizio che di Mendelssohn dava Richard Wagner, a metà dell’800.
In ogni caso al Gewandhaus faranno una gran festa (con Riccardo Chailly) la vigilia del 2 febbraio, e poi il 3, giorno della nascita del compositore. Chiuderà il concerto la Sinfonia scozzese, di cui vediamo qui l’incipit:
Confrontiamo il frammento riquadrato con quest’altro (Walküre, atto II, scena IV, tromba):
Sì, va bene, qui i quarti sono 4 e non 3, la tonalità FA invece che LA minore, ma sarà difficile sostenere che si tratti di una pura combinazione... insomma, anche al buon Wagner si applicava il vecchio adagio: “chi disprezza, comprerà”.
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3 commenti:
Finissima intuizione Daland...é non é la sola eco mendelssohniana nelle opere di Wagner.Basta ricordare il Preludio del Parsifal e la Sinfonia n.5.
Sì, il Dresden-Amen è fin troppo scoperto - e di terza-quarta mano...
Molto chiara anche la derivazione dell’ondeggiamento del preludio del Rheingold, dalla Bella Melusina.
E comunque il diario di Cosima ci informa che a Richard piacevano moltissimo le ouverture di Mendelssohn.
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