ricongiungimenti

Maurizio & Claudio

27 marzo, 2008

Aspettando Parsifal 2008: storielle

Parsifal e i semi del Regietheater
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Wieland Wagner, alla riapertura di Bayreuth dopo la guerra e la denazificazione, sentì il bisogno di purificare l’aria del Festspielhaus e inaugurò una serie di regie minimaliste, volte a mettere in risalto il lato meno compromettente, ed anche il meno contestabile, delle opere di nonno Richard: la musica. Quindi: niente scenari tradizionali, e via i simboli più scomodi. Operazione assai azzardata (perchè quando si oltrepassano certi confini, si sa dove si comincia, ma non si può prevedere dove si andrà a finire) che infatti - dopo le iniziali meritorie e più che accettabili esperienze - portò lo stesso Wieland, e poi, morto lui, più ancora il suo fratello-minore (non solo di età, ma di comprendonio) Wolfgang, a percorrere la strada delle novità-a-tutti-i-costi e del più becero Regietheater, che tuttora impera a Bayreuth, complice addirittura la piccola Kathi, pronipote di Richard e figlia di Wolfgang, che già si è chiaramente espressa lo scorso anno con un’edizione trash dei Meistersinger.

Nei primi anni ’50, col Festival ancora da riportare ad una seria reputazione, Wieland si trovò in difficoltà a chiamare a Bayreuth uno dei mitici direttori del tempo: Hans Knappertsbusch. Costui era così contrario alle nuove regie di Wieland - quelle ancora tutto sommato interessanti e serie - che si rifiutava di dirigere, per non essere correo di tanti (a suo dire) obbrobri.

Per convincerlo a tornare, Wieland-Wolfgang gli promisero che avrebbero ripristinato - nel Parsifal - la colomba che nel finale (lo pretende la didascalìa originale) scende librandosi sulla testa di Parsifal. Ma la colomba era - appunto - uno dei simboli scomodi, e allora cosa architettarono i due fratelli registi per salvare capra e cavoli? Wieland fece appendere una colomba ad una fune legata alla sommità della scena, facendola scendere al momento opportuno. Il grande Kna, dal podio infossato dell’Orchestergraben, la poteva vedere benissimo, e fu contento di aver ripristinato il vero Wagner. Peccato che la colomba restava così in alto da non essere visibile nemmeno dalla prima fila, in cui sedeva la moglie del maestro. Finita la sacra rappresentazione, Kna si rivolse alla moglie con fare trionfante, esclamando: “visto che - grazie a me -Wieland ha finalmente rimesso la colomba?” Ma la moglie, candidamente, rispose: “io non ho visto proprio nessuna colomba” e si ebbe uno sprezzante: “voi maledette donne non sapete veder nulla!” Però, insospettito, Kna si informò meglio e - scoperta l’amara verità - da quel momento chiamò il nipotino di Wagner “Wieland, il farabutto”.

La storiella serve ad introdurre l’argomento del rapporto fra direttore e regista e delle rispettive diverse attitudini verso l’opera che devono insieme rappresentare. Il 25 luglio prossimo saranno Daniele Gatti e Stefan Herheim: due neofiti di Bayreuth e del Parsifal pieno (Daniele lo ha diretto in forma concertata a Santa Cecilia poche settimane fa).

(continua)

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