La Russia in questi giorni ci sta dando una mano a fronteggiare lo
sbifido coronato e - salvo qualche
nostro acuto malpensante che dietro questo gesto sospetta di chissà quali sinistri cavalli di troia, dai quali uscirebbero al momento opportuno i simpatici
cosacchi per abbeverare i cavalli a San Pietro e soprattutto per trascinarci
nel Patto di Varsavia - le siamo tutti grati per gli aiuti materiali che ci
offre.
Ma,
ormai sotto Pasqua, possiamo attingere - e senza pericolo di sorta - alle
risorse della grande mamma russa anche per procurarci qualcosa di più
immateriale rispetto ai pur necessari respiratori e mascherine.
Così
chi vuol passare in casa (tanto in chiesa non può, nonostante le implorazioni del devoto felpato sal Matteo) una Veglia per tutta la notte (scelga pur lui quale notte...) può rivolgersi
a Sergei Rachmaninov e ai suoi Vespri
per coro a cappella (Op.37), 15 canti della
tradizione russa, ma ricchi di influenze balcaniche e bizantine.
In rete ce n’è una mezza dozzina di esecuzioni (cercare Rachmaninov Vespers...) e davvero ci si può passare un’intera notte, senza tema di addormentarsi. Oppure addormentarsi ritrovandosi in sogno in Paradiso!
In rete ce n’è una mezza dozzina di esecuzioni (cercare Rachmaninov Vespers...) e davvero ci si può passare un’intera notte, senza tema di addormentarsi. Oppure addormentarsi ritrovandosi in sogno in Paradiso!
Perchè
è musica che da sola, anche ignorando il significato dei testi cantati, ti solleva
ad astronomiche distanze dalle miserie terrestri; se poi si vuol anche
decifrare ciò che viene cantato, ci viene in soccorso il benemerito Teatro Sociale di Como che un anno fa,
in occasione di un concerto proprio sotto Pasqua, ha pubblicato alcune brevi
note illustrative dell’opera e - soprattutto - la
traduzione italiana dei testi.
Quindi
buona veglia e... vade retro, virus!
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