Mia nonna
Maria, classe 1888 (Mahler sfornava
la prima delle sue sinfonie e Strauss
era alle prese con Tod-und-Verklärung... due musicisti dei quali lei nemmeno conobbe l’esistenza)
veniva da una famiglia di contadini della media Valtrompia. A soli 28 anni rimase vedova (nonno Gherardo era partito
soldato nella WWI, e non tornò più a casa nè vivo, nè morto, le sue ossa
saranno a marcire da qualche parte laggiù, sul Carso, chissà dove). Così la sua
giovinezza fu sacrificata a dare all’unica figlia (mia madre, che potè godersi suo
padre per pochi mesi, e quando ancora era in fasce...) una buona educazione e
un diploma di maestra elementare. Poi l’accompagnò all’altare, a sposare un compaesano,
baldo tenente pilota della Regia Aeronautica (mio padre, che si fece tre anni
di WWII per poi rifugiarsi, dopo Cassibile, fra i partigiani, e campato fino a
103 anni suonati!) Per comprensibili ragioni, la nonna abitò - fino alla sua morte, a
90 anni - in famiglia con noi, ad occuparsi stoicamente di tutte le faccende
domestiche, compresa quella di tenere a bada i nipotini piccoli, sottoscritto e
sorellina, mentre la figlia era a tener lezioni a scuola e il genero si occupava di
garantire l’erogazione di corrente
elettrica ai paesi di quelle valli. Io, nipote primogenito di ava
vedova, come recitava la Legge sulla coscrizione obbligatoria ancora in vigore nei primi anni ’60, grazie
a lei mi risparmiai pure la seccatura il privilegio della... naja!
Orbene, la nonna, depositaria delle sane tradizioni
contadine, non mancava mai di coltivare, nell’orticello di casa, fra pomodori,
fagiolini e cetrioli, anche diverse erbe aromatiche o para-medicamentose. Una di
queste ultime, dalle quali lei ricavava infusi quanto mai preziosi per
combattere i classici malanni di stagione, era la malva.
Ecco, questa storiella
vagamente strappalacrime introduce l’argomento antivirus del giorno: l’ultimo Lied
(e ultima composizione completata) di Richard
Strauss: Malven.
Questo Lied per soprano e pianoforte
fu messo in bella copia da Strauss a Montreux
nel novembre del 1948 (il manoscritto reca la data del 23, un martedi) e fu composto
a ridosso dei quattro postumamente pubblicati come Vier letzte Lieder, venuti alla luce fra il 6 maggio e il 20
settembre di quell’anno, in una specie di staffetta compiuta da Strauss fra
Montreux e Pontresina. Gli addetti ai lavori ci informano che Strauss scovò
quasi per caso il testo da musicare sul settimanale Die Weltwoche (o sul quotidiano Zürcher Zeitung, non è ben chiaro) che aveva pubblicato questa poesia, parte della
collana Neue Gedichte, della letterata-giornalista-scrittrice
svizzera Bettina
(Betty) Wehrli-Knobel, divenuta abbastanza famosa per
le sue posizioni femministe.
Strauss compose il Lied pensando ad una ben precisa
persona, alla quale era da una vita legato per motivi artistico-professionali
(ma forse anche qualcosa di più...): la famosa cantante boema, poi trapiantata
in USA, Maria Jeritza, che aveva nel
corso degli anni interpretato alcuni ruoli straussiani di assoluto primo piano.
Sulla seconda e ultima facciata scritta (delle 4 totali) del manoscritto del
Lied Strauss vergò la dedica: Der geliebten Maria dieser letzte Rose! (Quest’ultima rosa all’amata Maria!) Alla quale
inviò il manoscritto, che l’amata Maria si tenne gelosamente, rifiutando di
mostrarlo a chicchessia (disse a Zubin Mehta, ai tempi in cui il maestro
indiano era Direttore della NYPO che, lei viva, nessuno avrebbe avuto accesso a
quei fogli...) In compenso però cercò reiteratamente di trovare un compratore
al quale rifilarlo in cambio di somme evidentemente esorbitanti, se è vero come
è vero che nessuno si mostrò interessato all’acquisto.
Acquisto che si materializzò dopo la dipartita dell’amata Maria, che ci
lasciò nel 1982 (il giorno prima che Zoff alzasse al cielo la terza Coppa del
Mondo azzurra) e che rese possibile la diffusione (sia pur controllata...)
dell’opera nel vasto mondo. La prima esecuzione del Lied ebbe
per protagonista Kiri Te Kanawa (accompagnata
da Martin Katz al pianoforte) ed ebbe
luogo a New York - incastonata all’interno del programma di un concerto
della NYPO diretto da Mehta - giovedi 10 gennaio 1985. Possiamo
ascoltare la registrazione di quella prima
su youtube: all’inizio si può
distintamente udire la voce di Mehta che presenta al pubblico l’eccezionale
evento, raccontando della gran fretta con la quale esso venne organizzato e
chiedendo ai presenti di applaudire Frederick R. Koch (la cui fondazione
filantropica aveva appena da un mese acquistato il manoscritto originale ad
un’asta di Sotheby, esecutore testamentario della Jeritza) e Christian Strauss (nipote del
compositore) che avevano, con le rispettive formali autorizzazioni, reso
possibile quella performance ed erano
lì ad assistervi.
___
Riassunta
la cronaca della nascita e... resurrezione di Malven, vediamo di osservarlo (ed
ascoltarlo, ovviamente) più da vicino. Cominciando dal testo, che Strauss modificò
non sostanzialmente, come si può osservare dalla seguente tabella (in giallo due versi omessi da Strauss):
testo
originale di Knobel
|
testo di Strauss
|
testo di
Strauss (italiano)
|
Aus
Rosen, Phlox und
Zinienflor,
Ragen
im Garten
Malven
empor,
duftlos
und ohne
des
Purpurs Glut,
wie
eine Hand,
die
müde ruht,
wie
ein verweintes,
blasses
Gesicht
unter
dem gold’nen
himmlischen
Licht.
Und
dann verwehen
leis
sie im Wind,
zärtliche
Blüten,
Sommers Gesind.
|
Aus
Rosen, Phlox
Zinienflor
ragen
im Garten
Malven
empor,
duftlos
und ohne
des
Purpurs Glut,
[wie eine Hand,
die müde ruht,]
wie
ein verweintes
blasses
Gesicht
unter
dem gold’nen
himmlischen
Licht.
Und
dann verwehen
leise
leise im Wind
zärtliche
Blüten
Sommers
Gesind......
Sommers
Gesind.....
|
Fra
rose, floghi
zinnie
si
ergono nel giardino
malve
all’insù,
inodori
e senza
la
luminosità della porpora,
[come una mano,
che stanca riposa,]
come
un lacrimoso
pallido
volto
sotto
la dorata
celestiale
luce.
Esse
poi disperdono
sommesse
sommesse nel vento
teneri
fiori
estiva servitù......
estiva servitù.....
|
È innegabile che si tratti di un testo, per così dire,
vicino a quello di almeno due dei quattro che Strauss aveva appena finito di
mettere in musica (Frühling e September); anzi,
appare come una cerniera fra i due segnalati (il che darebbe ragione a Rihm-Thielemann che - ne riferisco più
sotto - lo hanno collocato proprio fra quei due): non è più la Natura esplosiva
della Primavera, ma nemmeno quella ormai intristita dell’Autunno; è quella dell’Estate
che dolcemente, senza quasi dar nell’occhio, si lascia cullare beatamente e...
disinteressatamente.
Diverso è però il discorso sul piano musicale: qui la
distanza fra Malven e i quattro è
abbastanza evidente, quasi che dapprima Strauss, allo scopo di produrre ancora
musica destinata al vasto pubblico, con
i letzte avesse raschiato il fondo del barile della materia prima nella quale aveva
nuotato nella sua primavera e nella sua estate; ma poi, e solo due mesi dopo,
si fosse sentito moralmente obbligato - prima di chiudere bottega - a creare
qualcosa di più complesso, anche difficile, persino ricercato, qualcosa però da
condividere solo in privato, con qualcuno (l’amata
Maria...) che fosse in grado di capirlo ed apprezzarlo.
La struttura del Lied (qui il manoscritto) è assai semplice: è un Allegretto in 2/4 tonalità di impianto MIb maggiore, costituito da due interventi del pianoforte, quasi identici, alternati ai due della voce, di proporzioni asimmetriche, corrispondenti rispettivamente ai primi 10 e ai restanti 5 versi del testo. Al proposito si osservi la tabella sottostante, che ho costruito rielaborando il contenuto di una dettagliata analisi del brano fatta da John M. Kissler (nelle colonne delle battute le cifre tra parentesi (1 - 2) rappresentano rispettivamente il primo e il secondo quarto, cioè mezza battuta):
La struttura del Lied (qui il manoscritto) è assai semplice: è un Allegretto in 2/4 tonalità di impianto MIb maggiore, costituito da due interventi del pianoforte, quasi identici, alternati ai due della voce, di proporzioni asimmetriche, corrispondenti rispettivamente ai primi 10 e ai restanti 5 versi del testo. Al proposito si osservi la tabella sottostante, che ho costruito rielaborando il contenuto di una dettagliata analisi del brano fatta da John M. Kissler (nelle colonne delle battute le cifre tra parentesi (1 - 2) rappresentano rispettivamente il primo e il secondo quarto, cioè mezza battuta):
da battuta
|
a battuta
|
tonalità
|
contenuto
|
0(2)
5(2)
6(2)
9
10
11(2)
17
19(2)
21
23
28(2)
32
32(2)
38
42(2)
46(2)
47(2)
50
51
54
56
58
61
70(2)
|
5(1)
6(1)
8
9
11(1)
16
19(1)
20
22
28(1)
31
32(1)
37
42(1)
46(1)
47(1)
49
50
53
55
57
60
70(1)
72
|
MIb M
FA M
MIB M
DO m
MIb M
MIb M
DOb M
MIb M
RE m
LA m
MIb M
DO m
SOL m
MIb M
MIb M
FA M
MIb M
DO m
MIb M
MIb M
DOb M
LA m
MIb M
MIb M
|
Introduzione
a
Aus
Rosen, Phlox
Zinienflor
a
ragen
im Garten
Malven
empor, duftlos und
ohne des
Purpurs Glut,
wie
ein
verweintes blasses Gesicht
unter
dem gold’nen himmlischen Licht.
Interludio
a
a
a
Und
dann verwehen
leise
leise
im Wind zärt-
-liche
Blüten Sommers Gesind. Sommers Gesind.
Cadenza
|
Sparite le lunghe e sbudellanti melodie dei Vier letzte, si fa posto a frasi
dall’andamento più nervoso, quasi impressionista, soprattutto
nell’accompagnamento del pianoforte, ma anche nella voce, i cui due interventi
(il primo più lungo e il secondo più breve) comportano anche un’incessante
ambiguità tonale (come testimoniato in particolare dal percorso assai
contorto del primo intervento) con marcate e anche scabre divagazioni (non certo compiute
modulazioni) dal MIb maggiore di
impianto, introducendovi anche un inquietante tritono (LA-MIb). Più lineari, dal punto di vista della tonalità,
gli interventi dello strumento: si lascia infatti il MIb maggiore solo per due
digressioni a FA maggiore e alla relativa DO minore.
___
Mentre nel 1985 a NY Kiri Te Kanawa aveva dovuto studiare in fretta e furia il Lied
direttamente sulla copia del manoscritto, qualche anno dopo potè cantarlo
avendo a disposizione per prepararlo lo spartito della Boosey e un accompagnatore d’eccezione;
ed ecco il risultato: qui con Georg Solti nel 1990 a
Manchester. Una differenza fra le due esecuzioni che balza subito all’orecchio
è la durata: a NY 3’33”, a Manchester circa 30” in meno. Difficile dire quanto
questa maggior speditezza sia derivata da una decisione esclusiva dell’interprete
o anche dell’accompagnatore (a NY è probabile che anche Mehta ci avesse messo
lo zampino...) Sta di fatto che anche altre interpreti (Norman, Karg, Damrau)
hanno seguito il secondo approccio.
Recentemente (2013) il compositore tedesco Wolfgang Rihm ha orchestrato il Lied, che è stato di fatto incorporato (come secondo, dopo Frühling) nella collana Vier lezte Lieder (cresciuta così a... Fünf letzte Lieder) presentata il 14 aprile 2014 a Salzburg da Christian Thielemann (voce di Hanja Harteros) con la Staatskapelle Dresden. Qualche mese dopo gli stessi interpreti hanno ripetuto il concerto a... casa loro: Malven è a 18’30” di questa registrazione dell’11 giugno 2014, precisamente il giorno del 150° compleanno del compositore.
Recentemente (2013) il compositore tedesco Wolfgang Rihm ha orchestrato il Lied, che è stato di fatto incorporato (come secondo, dopo Frühling) nella collana Vier lezte Lieder (cresciuta così a... Fünf letzte Lieder) presentata il 14 aprile 2014 a Salzburg da Christian Thielemann (voce di Hanja Harteros) con la Staatskapelle Dresden. Qualche mese dopo gli stessi interpreti hanno ripetuto il concerto a... casa loro: Malven è a 18’30” di questa registrazione dell’11 giugno 2014, precisamente il giorno del 150° compleanno del compositore.
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Si può fare testamento una
sola volta. Così pare avesse confidato Strauss a Clemens Krauss alludendo al RE bemolle con il quale aveva chiuso Capriccio, l’8 agosto 1941, nella sua
sontuosa villa di Garmisch. Chissà se pensava a Wagner e a Götterdämmerung... sta di fatto che
di testamenti ne stese altri; gli ultimi tre, del 1948, nell'esilio de-nazificante in Svizzera, in queste
tonalità:
- Beim
Schlafengehen (4/8): REb
- September
(20/9): RE
- Malven
(23/11): MIb
Cioè un risalire cromaticamente dalla chiusura di Götterdämmerung all’apertura di Rheingold: musicalmente, il ritorno al big-bang...
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