Mentre si faceva in quattro per garantire
a Milano un’Olimpiade invernale (! pattinaggio sui navigli artificialmente
ghiacciati?) per il lontano 2026, l’ineffabile Sala, colto da insospettabile quanto repentino decisionismo in
fatto di... Scala, ha gettato una
palla di neve che si è trasformata in valanga, travolgendo l’intera iniziativa triennale
(2019-21) targata Pereira-Bartoli!
E così, mentre è certo che i moltissimi
milanesi non-melomani si metteranno fin da subito in trepida attesa di ciò che
potranno gustare fra sette anni (!?) i pochi milanesi (e non solo) melomani si
mangiano le unghie e inventano nuove bestemmie per ciò che non potranno gustare
fra pochi mesi.
I fan
della santa Cecilia per non potersela mangiare con gli occhi e le
orecchie come Cleopatra, Semele e Ariodante. E i suoi detrattori per non
potersi prendere la soddisfazione di subissarla nuovamente di contumelie, come
già fecero nel 2012.
Domanda: qualcuno ha idea del saldo
(positivo o negativo) di queste due vicende meneghine sul famigerato spread?
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