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18 luglio, 2018

Arriva Bayreuth 2018 (nel caso a qualcuno gliene fregasse...)


Mercoledi 25 luglio la verde collina ospiterà l’apertura del festival wagneriano n°107. (Quasi) niente Ring (come al solito fra una produzione e la successiva ci si prende uno o due anni sabbatici) e quindi la novità dell’anno è un nuovo Lohengrin (che pare sia ambientato in una colonia di gatti, per par condicio con i topi della precedente produzione di Neuenfels...) Gli tengono compagnia in cartellone riprese di recenti produzioni: Parsifal, Tristano, Maestri e Olandese. In più, come omaggio al Topone, tre recite di Valchiria (ultima produzione di Castorf) isolata dal resto dell’Anello.

Ecco qui un prospetto storico (aggiornato al 2018) delle attività del Festival: 

titolo
stagioni
rappresentazioni
allestimenti
Parsifal
93
536
10
Ring (ciclo)
86
    919
14
    Rheingold

229

    Walküre

230

    Siegfried

229

    Götterdämmerung
  
231

Walküre (isolata)
      1
    3

Meistersinger
49
319
12
Tristan
48
244
11
Holländer
40
238
10
Lohengrin
37
235
10
Tannhäuser
35
220
  8

Tanto per movimentare l’atmosfera, a meno di un mese dalla prima, Roberto Alagna, il nuovo Lohengrin, l’ha data buca (motivazione ufficiale: il superlavoro non gli ha dato il tempo di studiare bene la parte... ohoh, ma quale professionalità!) e così Thielemann ha chiamato Beczala, che con lui se non altro ha già cantato 3 anni fa la parte dell’argenteo cavaliere a Dresda.

Sul fronte dei Direttori quest’anno avremo due new-entry: il Bychkov per Parsifal e il citato Domingo, che calcò il palcoscenico di Bayreuth nei primi anni ’90 proprio come puro folle e poi nel 2000 come Siegmund nel ciclo del Ring di Sinopoli, e che adesso scenderà giù nella torrida buca a dirigere Valchiria. Il padrone di casa Christian Thielemann, oltre al nuovo Lohengrin, dirige anche il Tristan (giunto alla quarta stagione): con questi 11 podi sorpassa di slancio come recordman di direzioni Daniel Barenboim (del quale fu assistente proprio a Bayreuth nel secolo scorso).

L‘inaugurazione del Festival è sempre stata (fin dal 1876, e poi massimamente ai tempi del simpaticone Zio Wolf) una vetrina per politici e rappresentanti dell’establishment. Mentre il Wagner squattrinato e incompreso degli anni ’50 dell’800 vaneggiava di teatri di povero legno costruiti ad-hoc per tenervi festival musicali in cui rappresentare opere prime, per poi essere dati alle fiamme (in una con le partiture!) conclusa l’ultima rappresentazione, il Wagner arrivato e omaggiato da potenti e sovrani pensò bene di far costruire (a spese altrui) il suo teatro, e con robusti materiali capaci di resistere al tempo. Così ancor oggi il tempio è sano e vegeto, grazie alle generose cure della Stiftung (in massima parte finanziata dal contribuente) che lo sostiene.

La külona (! Angela) non si è quasi mai sottratta al fascino della passerella del 25 luglio sul piazzale antistante il vetusto teatro; quest’anno (se ci sarà) dovrebbe ricevere in omaggio al suo arrivo un bel mazzo di ortiche, come riconoscimento per la quasi-crisi del suo già traballante gabinetto e per la ignominiosa koreo-eliminazione della sua Mannschaft pedatoria ai mondiali di Russia (ah, che differenza dai trionfi brasiliani di 4 anni orsono) ...per lei una vera e propria Götterdämmerung! 

Quanto alla diffusione radio nostrana, non è dato sapere alcunchè, visto che l’agenda di Radio3 non va ancora al di là del 23 luglio (ah, il progresso...) Ci si può fidare come sempre degli aficionados wagneriti spagnoli, che invece hanno in programma (dal 25 al 28) le quattro opere principali (Olandese escluso).

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