Mercoledi 25 luglio la verde collina
ospiterà l’apertura del festival wagneriano n°107. (Quasi) niente Ring (come al solito fra una produzione
e la successiva ci si prende uno o due anni sabbatici) e quindi la novità
dell’anno è un nuovo Lohengrin (che pare sia ambientato in una colonia
di gatti, per par condicio con i topi della precedente produzione di Neuenfels...) Gli tengono compagnia in
cartellone riprese di recenti produzioni: Parsifal, Tristano, Maestri e Olandese. In più, come omaggio al Topone, tre recite di Valchiria (ultima produzione di Castorf) isolata dal resto dell’Anello.
Ecco qui un prospetto storico
(aggiornato al 2018) delle attività del Festival:
titolo
|
stagioni
|
rappresentazioni
|
allestimenti
|
Parsifal
|
93
|
536
|
10
|
Ring (ciclo)
|
86
|
919
|
14
|
Rheingold
|
229
|
||
Walküre
|
230
|
||
Siegfried
|
229
|
||
Götterdämmerung
|
231
|
||
Walküre (isolata)
|
1
|
3
|
|
Meistersinger
|
49
|
319
|
12
|
Tristan
|
48
|
244
|
11
|
Holländer
|
40
|
238
|
10
|
Lohengrin
|
37
|
235
|
10
|
Tannhäuser
|
35
|
220
|
8
|
Tanto per movimentare l’atmosfera, a
meno di un mese dalla prima, Roberto
Alagna, il nuovo Lohengrin, l’ha data buca (motivazione ufficiale: il
superlavoro non gli ha dato il tempo di studiare bene la parte... ohoh, ma
quale professionalità!) e così Thielemann ha chiamato Beczala, che con lui se non altro ha già cantato 3 anni fa la parte
dell’argenteo cavaliere a Dresda.
Sul fronte
dei Direttori quest’anno avremo due new-entry:
il Bychkov per Parsifal e il citato Domingo, che calcò il palcoscenico di
Bayreuth nei primi anni ’90 proprio come puro
folle e poi nel 2000 come Siegmund
nel ciclo del Ring di Sinopoli, e che
adesso scenderà giù nella torrida buca a dirigere Valchiria. Il padrone di casa Christian
Thielemann, oltre al nuovo Lohengrin, dirige anche il Tristan (giunto alla
quarta stagione): con questi 11 podi sorpassa di slancio come recordman di direzioni Daniel Barenboim (del quale fu
assistente proprio a Bayreuth nel secolo scorso).
L‘inaugurazione
del Festival è sempre stata (fin dal 1876, e poi massimamente ai tempi del
simpaticone Zio Wolf) una vetrina per
politici e rappresentanti dell’establishment.
Mentre il Wagner squattrinato e incompreso degli anni ’50 dell’800 vaneggiava
di teatri di povero legno costruiti ad-hoc per tenervi festival musicali in cui
rappresentare opere prime, per poi
essere dati alle fiamme (in una con le partiture!) conclusa l’ultima
rappresentazione, il Wagner arrivato
e omaggiato da potenti e sovrani pensò bene di far costruire (a spese altrui)
il suo teatro, e con robusti
materiali capaci di resistere al tempo. Così ancor oggi il tempio è sano e vegeto,
grazie alle generose cure della Stiftung
(in massima parte finanziata dal contribuente) che lo sostiene.
La külona (! Angela)
non si è quasi mai sottratta al fascino della passerella del 25 luglio sul
piazzale antistante il vetusto teatro; quest’anno (se ci sarà) dovrebbe ricevere
in omaggio al suo arrivo un bel mazzo di ortiche, come riconoscimento per la
quasi-crisi del suo già traballante gabinetto e per la ignominiosa koreo-eliminazione
della sua Mannschaft pedatoria ai
mondiali di Russia (ah, che differenza dai trionfi brasiliani di 4 anni orsono)
...per lei una vera e propria Götterdämmerung!
Quanto alla diffusione radio nostrana, non è dato sapere alcunchè, visto che l’agenda di Radio3 non va ancora al di là del 23 luglio (ah, il progresso...) Ci si può fidare come sempre degli aficionados wagneriti spagnoli, che invece hanno in programma (dal 25 al 28) le quattro opere principali (Olandese escluso).
Quanto alla diffusione radio nostrana, non è dato sapere alcunchè, visto che l’agenda di Radio3 non va ancora al di là del 23 luglio (ah, il progresso...) Ci si può fidare come sempre degli aficionados wagneriti spagnoli, che invece hanno in programma (dal 25 al 28) le quattro opere principali (Olandese escluso).
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