Ultima apparizione di Zhang Xian sul podio dell’Auditorium in
veste di Direttora Musicale de laVERDI (ciò non significa che sparirà per
sempre dai Navigli... già nella stagione prossima tornerà per ben 4 concerti!)
In programma tutto e solo Beethoven e (quasi) tutti e
soli esecutori autarchici, tanto che il concerto sa molto di saggio di fine anno a scuola.
Nicolai
Freiherr von Dellingshausen (co-spalla
dell’Orchestra, con Santaniello) apre le due parti del concerto esibendosi
nelle due Romanze per violino e orchestra: dapprima la più conosciuta
(op.50, in FA) e poi con l’op.40 in SOL. Si tratta di lavori chiaramente
disimpegnati, ma Beethoven è sempre lui, anche quando si prende qualche attimo
di pausa. E il bravo Nicolai si prende i meritati applausi per la sua onorevole
prestazione.
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Appunto la spalla storica Luca
Santaniello si unisce a Mario Shirai
Grigolato (primo violoncello) e al pianista volante Roberto Cominati (che torna qui dopo qualche tempo) per il Concerto
triplo. I due agli archi lo avevano già proposto anni fa sempre con
Xian e rimando a un post dell’epoca per alcune note sui contenuti del brano.
Se, con una battuta irriverente, dirò
che la cosa più interessante è stata vedere Cominati con gli occhiali... non
credetemi: un’esecuzione più che dignitosa, se si tiene conto che questo è un
pezzo solo apparentemente facile (doveva suonarlo al piano un mezzo principiante,
l’Arciduca Rodolfo, allievo del Maestro) ma in realtà ha una struttura e
corposità non proprio banali.
Certo, chi ha nelle orecchie esecuzioni
come questa magari farà lo schizzinoso, ma io dico bravi a tutti non
fosse altro che per averci permesso di godere di questo quasi-capolavoro.
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