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21 ottobre, 2016

laVERDI 2016 – Concerto n°31


Il versatile Kolja Blacher si presenta questa settimana in Auditorium per dirigervi (e dirigersi!) un concerto che spazia dal classicismo di Mozart al classi-romanticismo (!) di Brahms al proto-tardo-romanticismo-classico (!?) di Ciajkovski.

Blacher praticamente ci riporta al ‘700, quando l’orchestra era guidata dal primo violino: salvo che per il concerto solistico (dove sta in piedi al centro della scena) lui si siede al posto della spalla, traslando a quello del concertino Luca Santaniello. Così suona quasi ininterrottamente per l’intera serata (quindi... comprensibile la mancanza di bis dopo Brahms).

Il programma è incardinato appunto sul pezzo forte di Brahms, che Blacher interpreta con una seriosità e severità tali da sfociare quasi nella... freddezza, ecco. Insomma, una specie di robot (dotato però di uno strepitoso Stradivari!) che ci fa ascoltare il Brahms probabilmente più genuino: non una nota, che dico, un’acciaccatura fuori posto, niente invenzioni, niente rubati e cachinni assortiti, ma solo la nordica rigorosità del burbero amburghese. Capace però di inventare meraviglie come il tema che l’oboe (di Luca Stocco, ieri sera) canta nel centrale Adagio, rubando momentaneamente la scena al violino.

Al contorno stanno i due... estremi che si toccano: il Mozart dell’Ouverture delle Nozze (prossimamente in programmazione al Piermarini) e il mozartiano Ciajkovski della Serenata op.48. In entrambi i pezzi (massimamente nel secondo) il pacchetto d’archi de laVERDI sale davvero in cattedra – a fianco del... maestro, sceso fra i banchi! – sfoderando una compattezza e una qualità di suono davvero esemplari.

Pubblico scarseggiante, ma più che soddisfatto, a giudicare dal calore dell’accoglienza.

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