Ieri pomeriggio l’OF (riempita più o meno al 60%: quindi bastava la Pergola, caso
mai sistemando il coro in qualche palco, he he!) ha tenuto a battesimo un Donizetti piuttosto desueto, mettendo in
scena (beh, non proprio in scena: in forma di concerto) la Rosmonda d’Inghilterra. L’esecuzione è presentata pomposamente come una prima mondiale, quella della nuova edizione di Alberto Sonzogni per la Fondazione
Donizetti. Edizione che si baserebbe sul manoscritto riscoperto a Napoli 40
anni fa e che diverge in alcuni punti dal libretto originale di Romani stampato a Firenze nel 1834, in
occasione della prima mondiale (quella autentica) alla Pergola (appunto!)
Da ciò che si legge sul programma di sala non è per
nulla facile desumere (ammesso che interessino...) quali siano stati i criteri
seguiti da Sonzogni per mettere a punto la sua edizione della partitura. La
quale pare un ibrido fra il citato libretto e il citato manoscritto autografo.
Del primo è stato conservato l’esordio di Leonora (Fè mi serba, mi
seconda) al posto della (di gran lunga migliore!) sostitutiva Ti vedrò, donzella
audace. Ma non – chissà perchè - l’intervento (fuori scena,
delizioso invero) di Arturo, mentre Rosmonda canta la sua aria di esordio.
Del manoscritto viene ignorata la parte
preponderante del finale, cioè la splendida cabaletta con coro di Leonora Tu spergiuro.
In compenso l’opera termina con Ella spira!... Duolo, amor, poche battute che
compaiono nel manoscritto prima di detta cabaletta, laddove il libretto
originale reca invece la drammatica esternazione di Leonora: Trema Enrico! Io
regno ancor!
Ok, ok, uno dice: ma chi se ne frega di questi
bizantinismi... Fatto sta che su di essi c’è gente che campa e lucra,
accipicchia! Personalmente non ho dubbi che la versione (per così dire) messa a
punto anni e anni fa da OperaRara (a partire dallo stesso manoscritto napoletano) sia assai più
accattivante (nonostante i continui abbassamenti di uno o due semitoni nella
registrazione in studio!) di quella ascoltata ieri.
Protagonista la sempre più italiana (e fiorentina) Jessica Pratt, fresca reduce dagli... stravizi
babilonesi. Al suo fianco altri rossiniani: Michael
Spyres, insieme ad Eva Mei, Nicola Ulivieri e – en-travesti – Raffaella Lupinacci. Sullo sfondo,
dietro l’Orchestra, il Coro di Lorenzo
Fratini e sul podio, a dirigere tutti quanti, Sebastiano Rolli.
La Pratt
si conferma nel bene e nel male: quando può (e/o decide arbitrariamente di)
sbizzarrirsi su acuti e sovracuti (ieri è andata su, credo, fin oltre il FA di
Astrifiammante) strappa applausi da stadio; ma nell’ottava bassa (che lei cerca
in tutti i modi di evitare) mostra la corda. Solo così si spiega che, dopo
l’aria del second’atto (Senza pace e senza speme) il pubblico le abbia
tributato tre minuti di orologio di ovazioni, chiuse però da qualche sonoro
buh, che ha gettato parecchio scompiglio in sala.
La sua regal rivale, Eva Mei, non mi ha del tutto convinto: avrebbe anche un timbro di
voce (la parte è indicata in libretto per mezzosoprano) ed il physique du rôle adatti ad impersonare
l’autoritaria, cinica e pure... attempata (11 anni più del marito) sovrana, ma
gli acuti sono decisamente sfocati e vetrosi e l’emissione piuttosto
periclitante. Molto meglio l’Arturo della Lupinacci,
soprattutto nelle parti solistiche e nei duetti, ma purtroppo meno udibile
negli insiemi.
Spyres è un Enrico sempre spavaldo e sicuro, anche se la parte forse non è fra le più adatte ai suoi mezzi: comunque non c’è una sua nota che non risuoni splendidamente anche nei grandi spazi dell’OF. Ulivieri senza infamia e senza lode: fa il suo compitino onestamente, ma non molto di più.
Spyres è un Enrico sempre spavaldo e sicuro, anche se la parte forse non è fra le più adatte ai suoi mezzi: comunque non c’è una sua nota che non risuoni splendidamente anche nei grandi spazi dell’OF. Ulivieri senza infamia e senza lode: fa il suo compitino onestamente, ma non molto di più.
Ottimo il coro di Fratini e piacevolissima sorpresa (parlo per me, che lo vedevo
all’opera per la prima volta) il 40enne (o poco più) Sebastiano Rolli: uno che penso farà ancora molta strada.
Credo che l’entusiasmo del pubblico si debba però a
tale... Donizetti: è davvero incredibile come un’opera come questa, un
autentico concentrato di splendida musica, sia rimasta per tanto tempo in
cantina. C’è da augurarsi che non ci venga rimandata, sarebbe un vero peccato!
___
Quattro
dei cinque interpreti (Spyres è l’escluso) traslocheranno, insieme al
Concertatore, a Bergamo - al Festival
Donizetti - per
le rappresentazioni in forma scenica di fine novembre.
(Quindi...
continua.)
2 commenti:
Non ho visto nessun commento su Raffaella Lupinacci, secondo me bravissima. Cordialità. Gustavo
@Gustavo
Hai perfettamente ragione. Mi accorgo solo ora di aver omesso un intero paragrafo nel copiare i miei apppnti cartacei (poi non ho avuto nemmeno il tempo di rileggere ciò che avevo pubblicato.
Ho inserito adesso nel testo quel paragrafo mancante, che riguardava le altre due donne del cast. Concordo abbastanza (forse con meno trionfalismi) sulla Lupinacci.
Grazie dell'osservazione!
Ciao!
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