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16 settembre, 2016

laVERDI 2016 – Concerto n°26


La stagione principale 2016 (che chiuderà a dicembre) riprende in Auditorium, dopo la visita alla Scala, con un programma monografico incentrato su Ciajkovski e sempre con Xian sul podio.

Come per la recente apparizione scaligera, anche qui abbiamo un pezzo breve in apertura, un concerto solistico e una sinfonia. Ma questa volta l’antipasto è proprio di quelli saporiti (o frizzanti, fate voi a seconda del palato) che catturano magneticamente l’attenzione dell’ascoltatore: la Polonaise dal terz’atto dell’Onegin, che attacca con una squillante fanfara (RE) delle trombe ad introdurre il SOL maggiore della polacca, al contempo richiamando all’ordine e zittendo all’istante qualche incallito disturbatore in sala.  
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Poi un ragazzino (ha da poco compiuto i 22!) che risponde al nome di Conrad Tao (cinese... dell’Illinois!) e che già è un affermato pianista, compositore e organizzatore di kermesse e festival musicali (insomma... neanche Mozart!) arriva per proporci un pezzo di cui è facile fare indigestione: il Concerto in SIb minore. Che lui ci fa digerire con un alka-seltzer di Elliott Carter.

A parte le battute, il ragazzo-tuttofare ha indubbiamente una tecnica invidiabile (per quanto, nelle tremende ottave doppie del primo movimento, non sia stato propriamente impeccabile) che è condizione necessaria, ma non sufficiente a farne un interprete di riferimento dei classici. Vedremo in futuro che piega prenderà la sua carriera: certo, di altri Lang-Lang non se ne sentirebbe il bisogno...  
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Infine, altro piatto inflazionato, come la cotoletta alla milanese: la Quinta, che Xian ha già diretto almeno in quattro stagioni con laVERDI e che l’orchestra suona una stagione sì e l’altra... pure. 

Briglie sciolte, fracassi a volontà, tutta l’enfasi possibile e immaginabile sono i connotati salienti di questa ennesima ubriacatura di suoni che trascina le folle all’entusiasmo. Personalmente ho apprezzato, come al solito, l’Andante cantabile... con alcuna licenza.

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