La stagione principale 2016
(che chiuderà a dicembre) riprende in Auditorium, dopo la visita alla Scala,
con un programma monografico incentrato su Ciajkovski e
sempre con Xian sul podio.
Come per la recente
apparizione scaligera, anche qui abbiamo un pezzo breve in apertura, un
concerto solistico e una sinfonia. Ma questa volta l’antipasto è proprio di
quelli saporiti (o frizzanti, fate voi a seconda del palato) che catturano
magneticamente l’attenzione dell’ascoltatore: la Polonaise dal terz’atto
dell’Onegin, che attacca con una
squillante fanfara (RE)
delle trombe ad introdurre il SOL maggiore della polacca, al contempo richiamando all’ordine e zittendo all’istante
qualche incallito disturbatore in sala.
___
Poi un ragazzino (ha da poco
compiuto i 22!) che risponde al nome di Conrad
Tao (cinese... dell’Illinois!) e che già è un affermato pianista, compositore
e organizzatore di kermesse e festival musicali (insomma... neanche Mozart!) arriva
per proporci un pezzo di cui è facile fare indigestione: il Concerto
in SIb minore. Che lui ci fa digerire con un alka-seltzer di
Elliott Carter.
A parte le battute, il
ragazzo-tuttofare ha indubbiamente una tecnica invidiabile (per quanto, nelle
tremende ottave doppie del primo movimento, non sia stato propriamente
impeccabile) che è condizione necessaria, ma non sufficiente a farne un
interprete di riferimento dei classici. Vedremo in futuro che piega prenderà la
sua carriera: certo, di altri Lang-Lang non se ne sentirebbe il bisogno...
___
Infine, altro piatto
inflazionato, come la cotoletta alla milanese: la Quinta, che Xian ha già
diretto almeno in quattro stagioni con laVERDI e che l’orchestra suona una
stagione sì e l’altra... pure.
Briglie sciolte, fracassi a
volontà, tutta l’enfasi possibile e immaginabile sono i connotati salienti di
questa ennesima ubriacatura di suoni che trascina le folle all’entusiasmo.
Personalmente ho apprezzato, come al solito, l’Andante cantabile... con
alcuna licenza.
Nessun commento:
Posta un commento