Non ci fosse il carisma di Thielemann a tenerlo a galla, il
baraccone malmesso di Bayreuth (pare che l’edificio stesso del Festspielhaus
sia lì lì per cascare a pezzi…) rischierebbe di finire proprio come la nave
dell’Olandese:
a fondo!
Oltre ad Orchestra e Kapellmeister si
è salvato (per me) solo Samuel Youn (che
l’anno scorso fu catapultato quasi a sua insaputa nel title-role) insieme al Coro. Forse non sarà poco, ma di certo non è
il massimo.
Selig è un Daland ancora e sempre da osteria (farà anche Hunding, così finalmente sarà a... casa sua!) e i due nuovi acquisti di questa edizione (Ricarda Merbeth e Tomislav Muzek, nei ruoli della coppia…
disfatta) non mi hanno per nulla entusiasmato. Gli altri nell'anonimato, come
lo scorso anno.
Da domani, l’Anello di… petrolio.
4 commenti:
Ho visto la diretta cinematografica a Stuttgart. Per la parte musicale confermo quello che dici tu, aggiungo che la messinscena è un cesso inguardabile, brutta e squallida come poche! Pubblico freddino, tre sole uscite collettive, abbondantemente fischiato il regista alle singole.
Ciao!
@mozart2006
Allora è una fortuna che Das Erste non abbia diffuso lo streaming (differito) fuori dalla Germania: mi sono risparmiato il cesso!
Ciao!
La penso più o meno come te, non mi è dispiaciuta la Merbeth e sono un po' più perplesso su Youn, che però ha cantato meglio dell'anno scorso.
Ciao!
@Amfortas
Sì, forse i mio giudizio su Youn è stato influenzato da... Thielemann, con quell'attacco sbudellante (che hai giustamente elogiato sul tuo blog) dell'aria di esordio.
La Merbeth (ma anche qui hai già chiarito tu) ha un po' troppo sforzato gli acuti; nella Ballade poi, i SIb gravi praticamente non si udivano.
Ma ora viene il bello!
Ciao!
Ps: grazie (ritardate) per la citazione...
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