Tutto Brahms per il concerto che vede il rientro dalla maternità della Direttora Xian. Programma di struttura tradizionale, aperto dalla più famosa delle Danze ungheresi, la n°1, che serve a far scaldare i motori dell'Orchestra.
Due alfieri della quale sono i protagonisti del Doppio Concerto op.102: Luca Santaniello, ormai storico Konzertmeister de laVerdi, e Mario Shirai Grigolato, che da anni ne è il primo violoncello.
Il concerto è di quelli piuttosto trascurati e forse sottovalutati, considerato spesso come opera di un Brahms che aveva ormai tirato i remi in barca, quasi un pezzo di circostanza per suggellare la ritrovata amicizia con Joachim. Mentre in realtà è una partitura tutt'altro che facile, e soprattutto difficile da valorizzare. Motivo in più per lodare la prestazione del tutto convincente dei due beniamini del pubblico dell'Auditorium, questa sera affollatissimo. Evidentemente il suonare sempre insieme (pur ai lati opposti del podio…) garantisce il miglior affiatamento.
Xian tiene l'orchestra piuttosto sottotono, ma a fin di bene, proprio per far meglio risaltare le qualità dei solisti, che ricevono ovazioni e concedono un bis altrettanto difficile (come si può constatare qui, dove è suonato da un tizio… sdoppiato!)
Dopo la pausa, ecco la sinfonia (ai tempi) più attesa, pretesa e reclamata della storia: che Brahms finalmente si decise a rilasciare nel 1876, dopo quasi tre lustri di gestazione!
Prima già diretta da Xian quasi due anni fa. Rispetto alla già apprezzabile prestazione di allora, molto mi pare cambiato (chissà poi se c'entra anche il recentissimo, secondo fiocco azzurro…)
Intanto un incipit austero, il Poco sostenuto trasformato quasi in un Largo (!) ma di grandissima nobiltà. Poi il trattamento dei timpani, davvero messi in primo piano (ma non certo in modo becero e bandistico!) dove la Viviana si è davvero superata. E in generale una tensione spasmodica, che i ragazzi hanno saputo assecondare alla grande. Il duetto fra il violino di Dellingshausen e il corno di Ceccarelli nell'Andante è stato da antologia, come l'attacco del Poco Allegretto di miss-sorriso, Raffaella Ciapponi. E ancora strepitosi il corno di Ceccarelli e il flauto di Crepaldi nel richiamo dell'Alphorn del finale.
Insomma, un'esecuzione da incorniciare, premiata da un autentico trionfo.
Il prossimo appuntamento è in giornate di santi&morti, il che ha evidentemente suggerito la messa in programma di un Verdi piuttosto… sacro.
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