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11 settembre, 2025

L’Orchestra Sinfonica di Milano riparte alla Scala

Domenica 14/9 si ripeterà l’ormai tradizionale evento di inizio stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano: il Concerto inaugurale ospitato nel tempio della Scala. Sul podio salirà Emmanuel Tjeknavorian e alla tastiera siederà Rudolf Buchbinder.

È la prima stagione confezionata personalmente dal Direttore musicale, e… si vede! Dopo il concerto inaugurale, il rampante Tjek salirà sul podio dell’Auditorium di Largo Mahler per ben 11 volte (più le repliche) su 25 concerti della stagione principale. Ma in più dirigerà/interpreterà anche 4 concerti da camera (uno in Auditorium e tre al Gerolamo).

Otto dei suoi undici concerti includeranno Sinfonie del grande repertorio (classico, romantico e tardo-romantico): dopo quella di Ciajkovski dell’inaugurazione, troviamo altre due celebri Quinte: Mahler e Shostakovich; più due Settime (Beethoven e Bruckner) seguite dalla Quarta di Brahms, dall’ostica Seconda di Rachmaninov, dalla Fantastica e – ovviamente – dalla tradizionale Nona di fine-inizio anno.

Ma il panorama sinfonico non finisce qui: ecco altre dieci opere che esplorano un arco temporale che va dal ‘700 al ‘900: Mozart 40, Haydn 103, Beethoven 4, Schubert 4, Schumann 3, Bruckner 4, Dvorak 6, Mahler 10, Sibelius 2 e Shostakovich 6.

Il Tjek sarà poi protagonista di due sommi Requiem: Verdi e Brahms; e di un concerto dedicato a musiche da balletti.

Al monumentale Messiah di Handel è riservato il concerto pre-natalizio, diretto da Fabio Biondi.

La sezione concerti solistici comprende opere dedicate al violino (Ciajkovski, Dutilleux, Barber), a violino-corno (Smyth), al pianoforte (Beethoven 4-5, Liszt 2, Rachmaninov 2, DeFalla Noces, Berio Compass e Glass doppio), alla tromba (Haydn), alla viola (Martinu) e al contrabbasso (Rota).

Altre perle della stagione sono Strauss (Vier letzte Lieder e Fr-o-Sch suite), Rimski (Sheherazade), Elgar (Enigma).

A fornire sostanziosi riempitivi ci penseranno gli Strauss viennesi, Beethoven, Bartok, Dvorak, Ravel, Respighi, Glinka, Liszt, Rota, DeFalla, Campogrande, Kachaturian, Stravinski, Kodaly, B.Blacher, Wagner, Bernstein, Walton e… Rossini.

Oltre al citato Biondi, a dare il cambio al Tjek sul podio saranno direttori di chiara fama quali Christoph Eschenbach, Cornelius Meister, Marko Letonja, Kolja Blacher, il Direttore emerito Claus Peter Flor, affiancati da Diego Ceretta, Clelia Cafiero, Victor Pablo Peréz, Yoel Gamzou (sua la versione della Mahler 10), Jac van Steen, Anna Rakitina, Sunwook Kim e Alfred Eschwé.

I solisti di strumento comprendono: i violinisti Andrea Obiso (Ciajkovski), Sebastian Bohren (Dutilleux) e Anne Hakiko Meyers (Barber); la coppia violino-corno di locali, formata da Dellingshausen e Amatulli (in Smyth); i pianisti Katia e Marielle Lebèeque (Glass), Andrea Lucchesini (Berio), Konstantin Emelyanov (DeFalla), Janeba Kanneh-Mason (Rachmaninov), Sunwook Kim (Beethoven 4), Tom Borrow (Beethoven 5) e Kiron Atom Tellian (Liszt 2); la tromba del locale Alessandro Rosi (Haydn); la viola di Sarah mcElravy (Martinu) e il contrabbassista Dominik Wagner (Rota).

Il soprano Siobhan Stagg ci proporrà le quattro (pen)ultime canzoni di Strauss.

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Assai interessante si presenta la stagione cameristica, che comprende due concerti in Auditorium: gli archi diretti dal Tjek e i contrabbassi guidati dal solista Dominik Wagner. E sei concerti al piccolo ma splendido Teatro Gerolamo: un quartetto d’archi che suona Weber, Shostakovich e Berio (che compirebbe oggi 100 anni); poi il Tjek, con un sestetto d’archi, presenta il primo Sestetto di Brahms e interpreta una versione per settimino delle straussiane Metamorphosen; poi il pianista Jonas Aumiller con quattro archi interpreta Shostakovich, Mahler e Brahms; ancora è il Tjek più un quartetto d’archi ad offrirci due pezzi forti di Dvorak; sempre lui con un ensemble archi-fiati in opere di Mozart, Schubert e C.Stamitz; e infine quattro archi e un clarinetto si esibiranno in Mozart (quartetto K156) e Brahms (quintetto op.115). 

Come si vede, un’offerta di tutto rispetto, che il pubblico non potrà non apprezzare.