ricongiungimenti

Maurizio & Claudio

17 febbraio, 2024

Orchestra Sinfonica di Milano – Stagione 23-24.12

Concerto tutto particolare, questo dodicesimo della stagione principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano: Emmanuel Tjeknavorian torna (dopo meno di 15 mesi dall’esordio) sul podio dell’Auditorium nella nuova e prestigiosa veste di Direttore Musicale (per ora designato, poi sarà nel pieno delle funzioni dal 1° luglio…) Auditorium pieno zeppo proprio per lui!

Per l’occasione (è appena trascorso SanValentino) il programma è dedicato (quasi) esclusivamente all’amore, declinato in musica da due coppie di sommi letterati/compositori germanici: Goethe/Wagner e Hofmannsthal/Strauss.

Apre il programma la giovanile Eine Faust Ouverture (1839) sulla quale Wagner ripiegò dopo averla originariamente immaginata come una Sinfonia (ci penserà il futuro genero Franz Liszt a compiere l’opera tre lustri più tardi…)

Questi i sei versi di Goethe posti programmaticamente da Wagner in calce alla partitura, che vide la luce poco prima dell’Holländer (di cui anticipa vagamente la struttura dell’Ouverture e le atmosfere cupe) e che fu poi rivista e pubblicata (1855) quando si affacciava da lontano un tale Tristan…  

Trattandosi di musica dichiaratamente a programma, dobbiamo Immaginare che Wagner vi abbia voluto evocare le tre figure-chiave del capolavoro di Goethe e le relative personalità: Faust, Gretchen e Mephistopheles. Incidentalmente, Liszt nella sua Sinfonia dedicherà proprio i tre movimenti alle corrispondenti figure.

Qui – in assenza di esplicite indicazioni da parte dell'Autore - sta a noi, se proprio lo vogliamo, individuare i motivi musicali che possono evocare struggimento spirituale e slanci eroici (Faust); purezza e nobiltà d’animo (Gretchen); e subdolo cameratismo (Mephistopheles). Motivi che si presentano e ripresentano nel corso dell’Ouverture, fino alla conclusione… tristaniana. Fra essi c’è anche una reminiscenza, negli archi in accompagnamento, del tema principale del beethoveniano Coriolanus… In alternativa, possiamo anche limitarci a godere di questo lavoro come musica pura, bella (o meno bella) in sé.  
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Ancora Wagner e, appunto, Tristan. La giustapposizione (proprio di mano dell’Autore) dell’alfa e dell’omega del dramma: il Preludio e la Liebestod. Nel Preludio il segreto per il Direttore è di non lasciarsi prendere dalla foga, evitando – visto che il tema riguarda anche la libido sessuale – una spiacevole… ejaculatio precox, ecco. Ma invece far di tutto per mantenere proprio la corda tesa al massimo, per portare quasi all’esasperazione (infine all’orgasmo) l’ascoltatore. 

Il postludio (la trance in cui cade Isolde) è francamente meno… memorabile, soprattutto perché l’assenza della voce ne tarpa irrimediabilmente le ali, almeno per una buona metà, prima del trasfigurato finale.         
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Ed ecco ora Richard Strauss e la Suite dal RosenkavalierQui si entra, senza tanto petting, in-medias-res, con la Marescialla e il suo Quinquin proprio all’apex dell’orgasmo e dei successivi languori! E poi è tutto un mirabile campionario (anzi, una vera… orgia!) di Walzer e di preziosa argenteria musicale, con caleidoscopici riflessi Swarovskiani.
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Bene, SanValentino è ormai passato (e anche SanRemo è addirittura quasi dimenticato…) ma a Milano incombe ancora il Carnevale, così la conclusione del concerto manda tutti quanti a quel paese in una nuvola di coriandoli, con l’archetipo dello sberleffo in musica: lo straussiano Till Eulenspiegels lustige Streiche!
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Ecco, descritto sommariamente il menu della serata, resta solo da dire come ce lo ha preparato e servito in tavola il giovin chèf Emmanuel.

Intanto, lui ha messo tutte le partiture su un leggìo virtuale, cioè la sua memoria… e già questo è un indizio non da poco. Certo, il fatto che uno mandi a memoria un testo non garantisce di per sé che poi lo sappia anche recitare al meglio, ma il ragazzo ha invece dimostrato di essere anche un raffinato interprete, assumendo approcci diversi rispetto ai diversi brani in programma: asciutto, essenziale e quasi freddo nel Wagner giovanile; perfetto per rigorosità dei tempi ed espressione nel Wagner maturo (una perla davvero il Preludio…); esuberante e proprio viennese doc (quale lui è anche nella vita) nel dar respiro alle ubriacanti note dello Strauss della Rosa; e infine raffinato miniaturista nei diversi quadri delle avventure del burlone medievale.

Insomma, un esordio come meglio non ci si poteva attendere. Orchestra in formissima (prime parti e sezioni tutte) che già sembra entusiasta della sua nuova guida, il che promette solo ottime cose per il futuro. Pubblico in visibilio per lui, con ovazioni e battimani ritmati.

E oggi per Emmanuel niente riposo, chè lo aspetta la Sinfonica Giovanile!

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